
Un viaggio nella memoria collettiva
RSI Archivi 15.02.1995, 19:00
Enzo Pelli, produttore dell’allora Dipartimento Cultura della TSI, rivolse ai telespettatori un appello. Seduto a una moviola, chiese ai cinedilettanti di inviargli i filmini girati in famiglia fino al 1965, “per vedere com’era il nostro Paese 30, 50, 70 anni fa”. Lo scopo voleva essere di salvaguardia, sì, ma innanzitutto di valorizzazione televisiva.
Nasceva così, nel 1995, un progetto unico nel suo genere, che in trent’anni ha raccolto le immagini girate da decine di cineprese (più o meno) amatoriali: un fondo archivistico di oltre 1500 ore, che spazia dagli anni Venti agli anni Ottanta del Novecento. Dalle prime pellicole elitarie Pathé Baby (sul mercato dal 1922 per chi poteva permetterselo) al popolare Super8 (lanciato dalla Kodak nel 1965), soppiantato in seguito dalla videoregistrazione magnetica e successivamente digitale.
Le più antiche registrazioni acquisite hanno ormai cent’anni e mostrano immagini di varia fattura: sorprendentemente nitide oppure sfuocate, traballanti, sovraesposte scene ritratte da famiglie benestanti della Svizzera italiana, ma anche confederate e italiane.
Nelle scatole consegnate dai donatori è capitato anche di scoprire pellicole commerciali d’intrattenimento, il cinema muto di Charlot, documentari geografici e notiziari di cronaca, proiettati nei salotti dalle famiglie abbienti che si erano dotate del loro “Home Cinema”.
È il caso, ad esempio, dell’importante fondo del dottor Franchino Rusca di Locarno, che con la sua cinepresa ha ritratto non solo le scampagnate familiari, ma anche avvenimenti popolari in città e nella regione tra gli anni Venti e Trenta: le Feste dei Fiori (straordinario il filmato Il miracolo delle camelie del 1927 ), il Gran Premio motociclistico internazionale, le gare di sci a Cardada, l’inaugurazione del volo Swissair Magadino-Roma, le partite e gli allenamenti del FC Locarno (con le azioni da rete in slow motion!).
Spesso privi di titoli o di metadati accompagnatori, i filmati acquisiti nel Fondo Film Privati della RSI sono stati accuratamente visionati e documentati in compagnia degli autori (se noti e se ancora in vita) o più spesso degli eredi. Come ricorda Maria Grazia Bonazzetti, subentrata quasi subito nella gestione del progetto al marito Enzo Pelli, si è trattato di momenti emozionanti per chi rivedeva volti, occasioni e luoghi ripescati dalla memoria.
Ma non sempre la memoria dei testimoni diretti o indiretti è riuscita a raccontare le storie che stavano dietro le immagini nude. Come nel caso del record di velocità sull’acqua stabilito dal famoso campione di motonautica britannico Malcom Campbell sul Lago Maggiore nel settembre del 1937. Le immagini del motoscafo che sfrecciava sul Verbano - racconta la curatrice del Fondo – erano passate inosservate al primo visionamento in fase di documentazione. Solo casualmente, scorrendo altre immagini con il pilota Ettore Monzeglio l’occhio attento dell’esperto era caduto sul nome del motoscafo: Bluebird.
Grazie al ricordo di Monzeglio, testimone diretto dell’avvenimento internazionale, le immagini eccezionali del primo record documentato di Malcolm Campbell, una leggenda sportiva nazionale in Inghilterra, avevano potuto trovare prezioso significato. Mostrate da Maria Grazia Bonazzetti al Convegno organizzato nel 2004 da Aldo Grasso all’Università Cattolica di Milano dal titolo Fare storia con la televisione, le immagini di Campbell erano risultate inedite persino alla BCC.

Il kilometro lanciato sul Verbano
RSI Archivi 01.09.1937, 00:00
Le immagini originali del record motonautico di Locarno sono state sonorizzate grazie al ritrovamento negli archivi della Radio del suono originale del motoscafo. Come per gran parte del Fondo, infatti, erano pervenute mute. Nei casi più fortunati, i filmati acquisiti erano stati montati con l’ausilio di titoli o didascalie su cartone. I film sonorizzati e commentati sono casi eccezionali, legati solitamente alle produzioni di Club di cinedilettanti o commissionati a professionisti, pervenuti alla RSI grazie al riordino di archivi aziendali, istituzionali o associativi.
Un altro filmato di epoca pre-televisiva rivelatosi storico, quello del volo Magadino-Roma, si è prestato ad un’ardita operazione plurimediale grazie all’accurato montaggio delle immagini amatoriali con le voci della radiocronaca di quel giorno.
Album di famiglia in movimento
Non tutti i cinedilettanti avevano però l’occhio e il fiuto “cronachistico” del dottor Rusca!
Sul filo dei decenni, le bobine acquisite dai donatori, di formato in formato, ritraggono prevalentemente le tradizionali tappe della vita familiare: i matrimoni, i lieti eventi e i primi passi, il primo giorno di scuola, le prime comunioni, i Natali e le Pasque, le vacanze e i viaggi. Immagini introvabili in un archivio televisivo che sono però ricercate per vivacizzare o contestualizzare eventi o mostre a tema. Oppure possono costruire o accompagnare narrazioni intime, spesso autobiografiche, che richiedono un tuffo visivo indietro nel tempo.
L’esempio più fortunato di narrazione biografica è forse quello di Alina Marazzi, che con i filmini di famiglia ha ricamato il toccante documentario Un’ora sola ti vorrei, dedicato alla mamma Liseli Hoepli, morta tragicamente nel 1972, quando lei aveva 7 anni.
Purtroppo, i film della famiglia Hoepli, malgrado i contatti, non sono affluiti nel Fondo Film Privati. Ma parecchie altre immagini custodite dalla RSI hanno potuto offrire preziosi spunti per la realizzazione di documentari biografici o sociali, come quello dedicato da Claudia Quadri alla stilista Elsa Barberis.
Un altro esempio interessante è quello realizzato da Alessandra Gavin Müller intrecciando i ricordi degli ex bambini in cura al Sanatorio di Medoscio e le immagini donate da Urs De Polo.

Il sanatorio di Medoscio
RSI Archivi 01.01.1930, 00:00
Passando dalla dimensione biografica all’affresco sociale, il Fondo si è rivelato una straordinaria miniera per costruire narrazioni visive di riti domestici condivisi di generazione in generazione, come i festeggiamenti nuziali e le vacanze.
In particolare, sfruttando l’abbondanza nel Fondo di “scene da un matrimonio”, che si ripetono di decennio in decennio, Maria Grazia Bonazzetti ha realizzato un montaggio nuziale che ha animato nel 2009 la mostra Sul filo del tempo: sposare, allestita a Casa Croci a Mendrisio.

Scene da matrimoni
RSI Archivi 01.01.1950, 00:00
Montaggio per la mostra Sul filo del tempo: sposare, Mendrisio, Casa Croci, 2009-2010.
Le vacanze e i viaggi hanno offerto invece al regista Andrea Canetta un proficuo filo conduttore per un documentario che scandisce, sulle musiche composte da Zeno Gabaglio, la crescita di un rituale che si espande dalle esclusive località delle montagne svizzere al mare per tutti della Riviera Adriatica.
Il Fondo Film Privati della RSI ha dunque raccolto decine di album dei ricordi (in movimento!) di famiglie che hanno attraversato il Novecento. Perlopiù ignote. Qua e là appaiono però anche inediti frammenti di vita familiare di personaggi pubblici, come il consigliere federale Nello Celio, l’ingegner Giovanni Lombardi, progettista internazionale di dighe e gallerie, o il barone Hans Heinrich Thyssen Bornemisza, proprietario della straordinaria collezione d’arte che attrasse a Lugano migliaia di visitatori negli anni 1980 e di cui il fotografo Carl Abaecherli aveva filmato il sontuoso matrimonio della sorella Gabrielle a Villa Favorita nel 1938. Le immagini, sconosciute ai Thyssen, sono state copiate per l’archivio di famiglia.

Il matrimonio Thyssen
RSI Archivi 01.09.1938, 00:00
Memoria collettiva su pellicola
Ma non solo di memoria privata è fatto il Fondo. Divenuto progressivamente un punto di riferimento per la copiatura di pellicole amatoriali su supporti leggibili, esso ha accolto negli anni anche filmati di istituzioni, aziende e associazioni.
Documento straordinario per copertura geografica è La grande visita della madonna pellegrina, cronaca del lungo pellegrinaggio della statua della Madonna del Sasso, compiuto dal 3 marzo al 3 luglio del 1949 in tutto il Ticino, in preparazione dell’Anno Santo del 1950. Commissionato a Foto Cine Brunel dal vescovo Angelo Jelmini, il documentario di un’ora e mezza, sonorizzato e commentato, è stato consegnato al Fondo Film Privati della RSI dall’Opera diocesana pellegrinaggi.

La grande visita della Madonna pellegrina
RSI Archivi 01.01.1949, 00:00
Altre istituzioni hanno arricchito il Fondo di immagini appartenenti alla memoria collettiva di più generazioni di giovani della Svizzera italiana, come le colonie marine e montane del Sindacato OSCT

In colonia a San Bernardino
RSI Archivi 31.08.1955, 00:00
o le corse d’orientamento per i futuri militi, filmate per conto dell’Istruzione Preparatoria (IP), organizzazione del Dipartimento militare federale, che ha preceduto l’attuale Gioventù e Sport.
Di particolare interesse storico sono i rari filmati di archeologia industriale che testimoniano le attività economiche precedenti l’imponente avvento del terziario. Confluiti nel Fondo prevalentemente per via familiare, raccontano ad esempio la produzione di laterizi della fornace di Boscherina dei Wullschleger nel 1947, l’attività e l’indotto di una valle attorno alla fabbrica di cioccolato Cima Norma dei Pagani di Dangio,

La fabbrica di cioccolato
RSI Archivi 01.01.1920, 00:00
la fabbrica di sigarette Orienta di Lugano,

La fabbrica di sigarette
RSI Archivi 25.12.1947, 00:00
o ancora le immagini della fabbrica di pietrine per orologi Swiss Jewel SA di Locarno, che impiegava un migliaio di operaie, con tanto di squadra di pallacanestro femminile, la vittoriosa Sico Sport.

Dieci anni di Sico Sport
RSI Archivi 31.12.1951, 00:00
Ascona e Lugano mostrano la loro propensione al lusso con le immagini delle sfilate e della pubblicità delle sue boutiques: Al pavone bianco in riva al Verbano e Modabella sul Ceresio.

La boutique Modabella
RSI Archivi 01.01.1955, 00:00
Risalendo ai primordi della pellicola, un vero e proprio gioiello per qualità e valore storico è il prezioso documentario di un grande evento popolare pre-televisivo e pre-radiofonico in Ticino: il Tiro federale del 1929 a Bellinzona.

Bellinzona capitale del Tiro federale
RSI Archivi 12.07.1929, 20:00
Registrato dal cineoperatore H. Egli della E Film di Zurigo, il filmato si è conservato per decenni nell’archivio della polizia comunale di Bellinzona prima di entrare nel Fondo Film Privati della RSI.
Il boom della cinepresa
Se le rare testimonianze degli anni Venti sono tramandate perlopiù dalle famiglie di facoltosi appassionati o da fotografi professionisti, già dalla metà degli anni Trenta il circolo dei cineamatori andò allargandosi con il primo boom delle cineprese amatoriali, favorito dal lancio da parte di Kodak del formato 8 mm, versione economica del 16 mm. La cinepresa divenne poi vero e proprio fenomeno di massa negli anni Sessanta, con l’avvento del popolare Super8.
Una diffusione che trova immediato riscontro anche nel Fondo Film Privati, con la presenza di sempre più pellicole di diversi donatori sul medesimo avvenimento o contesto. Esempio emblematico è la grande Esposizione nazionale del 1939, storica manifestazione popolare prebellica che attirò sul lago di Zurigo oltre 10 milioni di visitatori e fu filmata da più cinedilettanti, sia in bianco e nero che a colori.
Saluti dalla Landi
RSI Archivi 29.10.1939, 00:00
Nel dopoguerra, tre avvenimenti in particolare hanno attirato l’attenzione delle cineprese. Primo fra tutti il già citato viaggio della Madonna Pellegrina nel 1949.
Nel 1951 fu la volta delle alluvioni e una decina di filmati di fondi diversi ritraggono fiumi impetuosi e laghi esondati.
Nel 1953 l’evento da immortalare fu la celebrazione del 150.mo del Canton Ticino. Il documentario ufficiale della manifestazione venne commissionato dal Dipartimento della pubblica educazione, ma un consistente numero di altre riprese sono confluite nel Fondo Film Privati.
L’avvento della TV, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, non spegne gli entusiasmi dei cineamatori, anzi! È proprio il nuovo mezzo di comunicazione di massa a promuovere la cultura del “fai da te” cinematografico. Proprio alla fine degli anni Sessanta, infatti, l’allora TSI, nell’ambito del mandato didattico del servizio pubblico, propose al suo vasto pubblico un corso in 10 puntate dal titolo Impariamo a filmare.
Impariamo a filmare - Introduzione
RSI Impariamo a filmare 07.04.1969, 19:50
I club di cineamatori nella Svizzera italiana avevano riunito gli appassionati fin dagli anni Quaranta: a Lugano un gruppo di amici, che ruotava attorno al negozio di Vincenzo Vicari, si divertiva a mostrare le bellezze della città

Quel mazzolin. . .
RSI Archivi 08.05.1975, 00:00
o a inventare scenette interpretate anche attingendo agli attori e alle attrici del Radioteatro (come la serie di Cibistioni, interpretata da Raniero Gonnella.

Il professor Cibistioni
RSI Archivi 01.06.1953, 13:49
A Bellinzona l’Associazione dei cinedilettanti (ABCD), tuttora attiva come abcdvideo, si era costituita nel 1952. Fra i soci più intraprendenti Alfonso Schlee, Emilio Imperatori, Tonino Borsa (autore, tra l’altro, di “Allarme su Bellinzona”, corto di fantascienza in cui il rumore dell’astronave dei marziani era prodotto con un asciugacapelli!), Franco Bernardoni e Renzo D’Apuzzo, dei quali il Fondo film privati ha acquisito le produzioni. Vi si trovano anche alcuni film prodotti per i concorsi lanciati dall’ABCD e un “saggio finale” di due allievi del corso di formazione 1961-1962

Il saggio del corso ABDC
RSI Archivi 31.12.1961, 00:00
Un caso particolare è quello dei D’Apuzzo, Renzo (fondatore dell’ABCD di Bellinzona) e il figlio Vincenzo (fondatore del club dei Videoamatori del Mendrisiotto), che nella serie “Memory una vita” ha raccontato la sua passione per il film coltivata a margine della professione di medico pediatra.
Una vera e propria popolarizzazione della cinepresa esplode con il boom economico, anche grazie alla miniaturizzazione, alla semplificazione della tecnologia e all’abbassamento dei prezzi. A partire dai primi anni Sessanta, si diffonde la moda degli “Scatti in movimento”, al pari dei selfie in era social.
Se le costose pellicole in 16mm inducevano i primi appassionati cineamatori a effettuare riprese accurate, con l’avvento dei formati economici si abbassa generalmente la qualità, ma cresce la quantità dei filmati. In epoca televisiva, quindi, succedeva che le cineprese degli amatori, incuranti delle telecamere professionali sul posto, fissassero i ricordi della propria famiglia presente ai vari eventi: soprattutto dagli anni Sessanta sono pochi i Fondi familiari a non vantare almeno qualche frammento di un corteo della Vendemmia di Lugano, delle Feste dei Fiori di Locarno, dei Carnevale di Bellinzona o del Circo Knie.
A testimoniare la “febbre da cinepresa” è il numero di filmati (anche solo frammenti di scarsa qualità) che il Fondo conserva sull’Esposizione nazionale di Losanna del 1964. Come per la Landi di Zurigo del 1939, la manifestazione fu un’occasione privilegiata per far girare la cinepresa, magari appena acquistata!
Con l’andare degli anni si confermano le registrazioni delle ricorrenze familiari (significativi i Natali dei bambini con sempre nuovi giocattoli), ma si moltiplicano soprattutto i viaggi e la villeggiatura, in cui si riflette la conquista di un benessere diffuso: dalle sclusive vacanze in 16 mm si passa a quelle per tutti in Super8.
Non si contano le riprese (spesso traballanti) della Torre di Pisa, di Piazza San Marco, del Colosseo, del Duomo di Firenze, dei bagni della Riviera adriatica, tradizionale meta marina del turismo di massa, con immancabili fermate all’Autogrill:

Vacanze al mare
RSI Archivi 01.01.1970, 14:58
Se le gite con le prime automobili, i pic nic, le discese sulle piste innevate erano state subito oggetto di attenzione speciale per i cineamatori, con la diffusione di cineprese e pellicole a prezzi accessibili, il viaggio sembra esplodere in tutte le sue forme: le passeggiate scolastiche, le gite parrocchiali, associative e aziendali, i viaggi di nozze, la navigazione in crociera, il volo in aereo ( con aeroporti, decolli e atterraggi, reattori e nuvole, la Swissair).

In volo con Swissair
RSI Archivi 01.01.1972, 15:11
Ma il filmato che forse meglio di altri suggerisce la prima conquista della mobilità di massa è un vero e proprio manifesto di libertà e spensieratezza: le carovane del Vespa Club in gita all’inizio degli anni 50.

Il Vespa e Gilera Club
RSI Archivi 01.01.1950, 12:47
Format d’archivio con testimoni
Quello che in trent’anni di raccolta d’immagini è cresciuto fino a diventare un vero e proprio specchio del Novecento, nell’intenzione iniziale limitava i suoi obiettivi alla realizzazione di un nuovo format televisivo.
Al primo appello, lanciato dal produttore Enzo Pelli nel 1995, risposero immediatamente 25 donatori, che portarono a Comano le loro scatole piene di ricordi in movimento. Anche i colleghi della Tv di Zurigo, informati dell’iniziativa, contribuirono al progetto inviando a Lugano un filmato finito casualmente nelle loro mani, realizzato da un cineamatore della Svizzera tedesca abituale turista in Ticino: Ferien 1939 im sonnigen Tessin.

Vacanze nel Ticino solatio
RSI Archivi 01.01.1939, 13:15
Una trentina di ore d’immagini in tutto, di scarsa o ottima qualità, furono copiate su supporto magnetico professionale (cassetta Beta) per l’utilizzo televisivo e su supporto magnetico domestico (cassetta VHS) per il visionamento familiare a uso dei donatori (in anni più recenti tutti i filmati del Fondo sono stati digitalizzati e restituiti su file.
Nel giro di pochi mesi i documenti più significativi andarono a costruire l’ossatura di un nuovo programma: “8 & Co” o “Otto e compagnia” (titolo in onore al formato di pellicola più diffuso), uno spettacolo in diretta con ospiti e pubblico nel quale i filmati familiari, contestualizzati grazie ai Cinegiornali dell’epoca, dinamizzano la già sperimentata forma di quiz costruito sulla memoria storica.
Nell’ultimo numero del 1995, il settimanale Ticino7 lanciava il nuovo format, tre puntate in prima serata il venerdì: Un viaggio nel nostro passato compiuto attraverso i filmati dei cineamatori. A condurre, in diretta, Leo Manfrini, il quale avrà come assistenti tre modelle che indosseranno abiti in sintonia con l’epoca dei filmati. In studio, una piccola orchestra costituirà un adeguato supporto sonoro alle pellicole, un po’ nello stile del cinema muto.

Otto&Compagnia
RSI Archivi 29.12.1995, 12:59
Alle 12 puntate di “Otto e compagnia”, andate in onda sull’arco di tre anni nel palinsesto natalizio, fece seguito la formula più snella di “Mi ritorna in mente”: oltre 150 puntate in sette stagioni, dal 1999 al 2009.

Il Ticino attraverso la cinepresa
RSI Archivi 03.02.1999, 19:30
Bigio Biaggi, volto familiare dei programmi d’intrattenimento e giochi, aveva nel frattempo sostituito Leandro Manfrini alla conduzione della rinnovata rubrica dedicata alla valorizzazione del Fondo, che intanto cresceva.
Il “Viaggio nel tempo con immagini mai viste”, come si qualificava la nuova trasmissione, riscopriva con i suoi ospiti la vita quotidiana e le abitudini sociali, affidando un commento etnografico a Franco Lurà, collaboratore e poi direttore del Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana.
Dalla formula intima in soffitta a quella conviviale del “Caffé Souvenir”, con o senza quiz, il talk show di Bigio Biaggi accompagnò telespettatrici e telespettatori per quasi un decennio nella memoria minuta delle famiglie e nella memoria storica di un Paese, con fortunate incursioni nelle immagini private di personaggi poi divenuti famosi, come il pilota Clay Regazzoni.
Esaurite le puntate multitematiche e quelle costruite su un filo conduttore (l’emigrazione, lo sport, il contrabbando), l’ultima serie virò sul taglio biografico, abbinando gli album fotografici di famiglia. “A casa” di Bigio Biaggi si sono susseguiti ospiti più o meno noti chiamati a sollecitare la propria memoria. Tra di loro Mario Agliati, testimone della “Lugano perduta”.

Mario Agliati si racconta
RSI Archivi 26.12.2007, 19:58
Complessivamente una collezione di 30 narrazioni, che si è conclusa con Giovanni Lombardi. Cineamatore e donatore dei suoi film di famiglia, Lombardi è l’ingegnere che ha ridisegnato una parte importante del territorio della Svizzera italiana.

Giovanni Lombardi si racconta
RSI Archivi 02.01.2009, 19:28
I fondi Vicari e Schiefer
Il film sulla costruzione della diga della Verzasca, commentato dall’ingegnere nell’ultima puntata della serie “Mi ritorna in mente”, era stato commissionato a Vincenzo Vicari, fotografo e cineoperatore luganese, figura di spicco per la storia dell’immagine della e nella Svizzera italiana del Novecento.
L’archivio fotografico di Vicari, per il suo interesse storico, è stato acquistato nel 1988 dalla Città di Lugano, che ha proceduto a partire dal 2014 alla digitalizzazione e alla pubblicazione degli scatti su un sito dedicato.
Il fondo filmico, di dimensioni più limitate ma di altrettanto valore storico, è stato invece acquisito nel 1997 dalla RTSI, che aveva avuto modo di utilizzare alcuni film già in occasione di interviste a Vicari, in particolare all’interno del contenitore degli anni 80 “Ciao domenica”.
Vincenzo Vicari cineasta
RSI Notrehistoire 24.11.1985, 19:49
Nell’ambito delle acquisizioni nel Fondo Film Privati, il Fondo Vicari è uno degli unici due casi di acquisto, unitamente a quello del fotografo luganese Christian Schiefer, del quale cui un fondo consistente di pellicole è stato rinvenuto casualmente su una bancarella del mercatino antiquario di Lugano nel 2003. La singolare vicenda è stata raccontata dal rigattiere Simone Spiegler in una puntata di Mi ritorna in mente.

Tra le bancarelle, la memoria di Schiefer
RSI Archivi 19.11.2004, 12:42
Schiefer è l’autore di uno storico reportage che ha fatto il giro del mondo: l’ingloriosa fine di Mussolini a piazzale Loreto. Lo racconta il fotografo in un documentario che il regista Villi Hermann gli ha dedicato pochi anni dopo la sua morte: Mussolini, Churchill e cartoline: fotoreporter Christian Schiefer, realizzato con centinaia di fotografie che costituiscono il Fondo Schiefer depositato all’Archivio cantonale.
I due fotografi Vicari e Schiefer, oltre ad essere colleghi sulla piazza luganese, strinsero una longeva amicizia di famiglia e collaborarono come co-autori al documentario sul Campo nazionale svizzero degli esploratori del 1948.
Quella di Vicari costituisce una storia particolare ed emblematica nel Fondo Film Privati della Televisione della Svizzera italiana, di cui era stato il primo cineoperatore “corrispondente” negli anni Cinquanta, quando la TV la si faceva ancora solo a Zurigo e Ginevra.
Un personaggio entrato di diritto a far parte del Dizionario storico della Svizzera e della sezione “I protagonisti” del nostro sito.
I filmati di Vicari acquistati dall’allora RTSI coprono prevalentemente l’epoca pre-televisiva e presentano una sorprendente poliedricità produttiva: documentari su commissione ai disegni animati, scenette con gli amici cineamatori luganesi nonché filmini di famiglia, donati in un secondo tempo dalle figlie Nicla e Maura.
Di notevole valore per la storia regionale sono alcune produzioni professionali commissionate da enti e aziende, come la Città di Lugano per la Sistemazione del quartiere del Sassello (1939), il Vescovo Jelmini per Sarò prete (1944), l’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese (OCST) per la Vita nelle Colonie Leone XIII (1945-46), lo Stato del Cantone Ticino per Il 150° dell’entrata del Ticino nella Confederazione (1953), dall’Associazione Ticinese per il Turismo per Tessin ein Paradies im Schweizer Süden (fine anni 50), la Verzasca SA per La costruzione della diga della Verzasca.
Gran parte di questi filmati sono stati raccolti, in occasione della mostra e del volume Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia, in un dossier pubblicato da Lanostrastoria.
Memoria aumentata del territorio
Conclusa la lunga stagione di “Mi ritorna in mente”, la valorizzazione del Fondo Film Privati trovò uno spazio fisso nel palinsesto televisivo grazie al magazine sperimentale Latele, trasmesso in più momenti della giornata e volto a coinvolgere attivamente i telespettatori e le telespettatrici. Fu l’occasione per creare la rubrica Chi li conosce, in cui Maria Grazia Bonazzetti sollecitava il pubblico a fornire informazioni utili al riconoscimento di luoghi, avvenimenti o protagonisti dei filmati amatoriali.
Conclusa anche la breve stagione della rubrica interattiva, l’attenzione è stata posta sul valore territoriale del Fondo.
Grazie alla capillare copertura della Svizzera italiana garantita dalle ormai oltre 800 ore documentate di filmati amatoriali o professionali pre-televisivi, le immagini del Fondo si prestarono a diventare il perfetto complemento visivo ai collegamenti radiofonici della Radio delle Regioni. Contemporaneamente, la rubrica Saltamartino dava voce ai ricordi e alle testimonianze del passato soprattutto nelle valli visitate dal microfono della Radio delle Regioni: i “picasass” del Monte San Giorgio, la valanga del 1951 ad Airolo, l’Ospizio dei frati Cappuccini di Soazza, l’osteria di Scudellate, la famiglia Gallacchi in Malcantone, l’alpeggio in Val Bavona. ASi pensò quindi di abbinarvi alcune serate di proiezione pubblica di filmati amatoriali, Cinegiornali e primi servizi della TSI, con il commento delle memorie storiche della regione, come questa dedicata a Valle Maggia e dintorni.
Il successo riscosso nella sale gremite convinse la Direzione della RSI a scorporare le proiezioni dalle uscite radiofoniche, abbinandole, con il titolo Come eravamo, a eventi organizzati anche in collaborazione con la CORSI e promossi con istituzioni pubbliche e private, come i musei etnografici o le associazioni culturali.
In questa prospettiva, il Fondo è stato particolarmente sollecitato in occasione di anniversari, come quelli delle scomparse ferrovie Lugano-Tesserete e Lugano-Cadro-Dino o della bonifica del Piano di Magadino.
Per festeggiare il 75.mo anniversario della pubblicazione del settimanale La rivista di Lugano, il montaggio dei filmati amatoriali attirò al Palazzo dei Congressi un pubblico così numeroso da dover aggiungere due repliche.

“Come eravamo” a Lugano
RSI Archivi 04.11.2013, 18:44
Più di ogni altra serata, quella luganese metteva in evidenza la trasformazione di un territorio travolto dalla rivoluzione economico-finanziaria del secondo Novecento. Le immagini più significative della rivoluzione urbanistica di Lugano sono senza dubbio quelle della demolizione del quartiere centrale del Sassello, simbolo dei rimpianti del duo Vincenzo Vicari-Mario Agliati, memorie storiche della città e co-autori dei due volumi Lugano. Racconto di ieri.

Per le vie di Lugano
RSI Archivi 23.11.1999, 14:59
Ma è soprattutto grazie alla sua vocazione turistica, che la Svizzera italiana può vantare una collezione notevole di filmati professionali o amatoriali che coprono gran parte del territorio. Primi fra tutti per qualità sono i film promozionali degli alberghi, come il Reber di Locarno o quelli che hanno permesso di illustrare le vicende del Kurhaus di Cademario e di ricostruire la storia dell’epoca d’oro degli alberghi luganesi partendo dall’hotel Washington. L’occhio professionale dei fotografi si distingue anche nelle immagini della Leventina di Willy Borelli e di Bosco Gurin di Karl Abaecherli.

I 700 anni della chiesa di Bosco Gurin
RSI Archivi 07.09.1953, 19:35
Indubbio valore cronachistico può essere riconosciuto anche alla minuta vita di Arogno filmata da don Benedetto Bernasconi, ma i cineamatori bellinzonesi si distinguono per la dichiarata volontà di fissare il ritratto della loro città in rapida trasformazione.
Il primo a documentare il centro storico era stato Tonino Borsa, che nel 1951 aveva intitolato il suo filmato A zonzo per Bellinzona antica.

A zonzo per la Bellinzona antica
RSI Archivi 01.01.1951, 13:20
Negli anni Sessanta, poi, immortalare su pellicola una raccolta di edifici e ritrovi destinati ad essere “sacrificati alle esigenze del progresso” era divenuta una vera e propria missione dell’ABCD, l’Associazione Bellinzonese Cine Dilettanti.
Il “lavoro infinito” di testimonianza urbana dei cinedilettanti, come lo aveva definito Rovelli, è stato poi ripreso dall’archivio nel 2002, in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione dell’ABCD, per un montaggio di confronto tra la Bellinzona com’era e la Bellinzona com’è.
Sulla falsariga, la rubrica del Quotidiano C’ero anch’io ha quindi potuto offrire uno sguardo sul passato commerciale della capitale cantonale con la formula della passeggiata della signora Borsa (moglie di uno dei cineamatori) nel centro di Bellinzona del 2013 a commentare i filmati pubblicitari dell’ABCD dedicati alle attività economiche della città negli anni Cinquanta.
Ed è grazie soprattutto (ma non solo) ai filmati dei cineamatori bellinzonesi confluiti nel Fondo Film Privati della RSI, che, per celebrare i 150 anni del Re dei carnevali ticinesi, Maria Grazia Bonazzetti ha potuto realizzare documentario Centcinquant’ann da Rabadan, intrecciando testimonianze, album fotografici, e filmati amatoriali con la ricca collezione di servizi e telecronache della RSI sul tradizionale e popolare evento.

Centcinquant’ann da Rabadan
RSI Archivi 03.02.2013, 19:08