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Ciad: un Paese nell’incertezza

Dopo l’uccisione di Idriss Déby, il figlio prende il potere

  • Reuters
  • 23.4.2021
  • 36 min
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Nel giorno dei suoi funerali, ci concentriamo sulla figura di Idriss Déby Itno, per 30 anni presidente del Ciad, Stato che ha diretto con mano militare e con l’aiuto dell’Occidente, in particolare della Francia. Lo scorso 20 aprile la morte di Déby, per ferite riportate mentre combatteva contro i ribelli che da nord volevano avanzare verso la capitale, venne annunciata dall'esercito.

Il giorno successivo il figlio del presidente defunto, Mahamat Idriss Déby Itno, è stato nominato nuovo capo dello Stato dal consiglio militare, che ha istituito un governo di transizione di 18 mesi, al termine del quale ha promesso "elezioni libere, democratiche e trasparenti". I partiti all’opposizione hanno definito questa mossa un "colpo di Stato istituzionale" e speravano che la Francia avrebbe guidato l'appello internazionale per un rapido ritorno al governo civile.

Si tratta ancora di una faccenda “africana” dagli oscuri contorni etnico-militari e comunque troppo lontana da noi? Non proprio: l’Unione europea considera il Ciad e l’insieme della regione del Sahel alla stessa stregua di una propria frontiera esterna, un limite – definito anche Mediterraneo allargato - che viene guardato con grande attenzione dalle capitali europee, e anche dalla Svizzera.

Lungo quel limes si muovono profughi, scorrono traffici di armi e di droga e si allunga l’ombra lunga di milizie terroristiche di matrice islamica. Mettiamo dunque la nostra lente su questa polveriera, lontana geograficamente ma terribilmente vicina se la situazione dovesse davvero precipitare. Il rischio maggiore ora è quello della disgregazione del Ciad, sulla falsa riga di quanto capitato in questi ultimi 10 anni in Libia, paese confinante e una delle cause della destabilizzazione nella regione. Con possibili conseguenze anche sul Vecchio continente.

Ne parliamo con:

Camillo Casola, ricercatore all’Istituto per gli Studi di Politica internazionale;

Matteo Fraschini Koffi, giornalista, Senegal;

Antonella Tarquini, collaboratrice RSI, Francia.

In registrato un’intervista con Romain Darbellay, capo-missione della Cooperazione svizzera in Ciad.

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