A cent’anni dalla nascita, il dossier curato da Lou Lepori rende omaggio a uno dei più grandi filosofi del Novecento, Gilles Deleuze: il suo maestro e amico Michel Foucault aveva infatti dichiarato già nel 1970 un giorno, forse, il nuovo secolo sarà deleuziano. A quarant’anni dalla morte, avvenuta nel 1995, appare singolare il destino di questo pensatore, raffinatissimo esegeta della tradizione filosofica occidentale, ma amato soprattutto da artisti e artiste, citato per le sue intuizioni e i suoi concetti innovativi (come il rizoma, i millepiani, la nomadologia: tutti termini che torneranno spesso nella nostra settimana), che ne fanno una sorta di artista del concetto, un filosofo-creatore in costante dialogo con tutte le arti (in particolare con il cinema e la letteratura), con la psichiatria e l’antropologia. Insomma, un filosofo pop che stende la sua ombra ben oltre le stanze dell’accademia. Nostro primo ospite è Rocco Ronchi, che insegna presso l’Università dell’Aquila e ha pubblicato per Feltrinelli nel 2015 il volume della collana EREDI intitolato Gilles Deleuze, credere al reale, un saggio estremamente denso e personale sul filosofo francese.
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