Il nostro ospite di oggi è una delle figure più sorprendenti, poliedriche e vitali della scena musicale italiana contemporanea. Contrabbassista, bassista elettrico, polistrumentista e compositore, Danilo Gallo è un artista che sfugge a ogni etichetta, e proprio per questo è diventato una delle presenze più riconoscibili del jazz europeo di oggi. Nato a Foggia nel 1972, ma cresciuto musicalmente tra il Veneto e l’Europa centrale, Gallo ha sempre coltivato una vocazione anarchica, generosa e trasversale. Lontano dal jazz accademico quanto dalle convenzioni del mainstream, ha sviluppato un linguaggio musicale originale che mescola groove, improvvisazione, folklore immaginario, ironia e poesia sonora. Non a caso, nel corso della sua carriera ha affiancato con naturalezza figure iconiche come Marc Ribot, Uri Caine, Bobby Previte, Cuong Vu, Chris Speed, Enrico Rava, Francesco Bearzatti, Paolo Angeli, Jenny Scheinman, Jim Black, solo per citarne alcuni. Il suo nome è legato a molti progetti artistici di riferimento: per citarne solo due, con “Guano Padano”, trio che miscela atmosfere spaghetti-western, psichedelia, blues e rock minimale (assieme a Zeno de Rossi e Alessandro “Asso” Stefana) ha creato alcune delle esperienze più visionarie della musica strumentale italiana, e con il Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti ha girato il mondo, contribuendo a opere ispirate a Malcolm X, Tina Modotti, Woody Guthrie. È anche uno dei fondatori dell’etichetta El Gallo Rojo Records, una delle realtà più coraggiose della discografia indipendente italiana, che ha dato spazio a musiche “di confine”, fuori formato, lontane dalle logiche commerciali, e oggi tra le molte altre cose ci parlerà del suo immaginifico tributo al grande sopranista Steve Lacy, Lacy in the Sky With Diamonds.
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