«Se il sogno è uno specchio deformato, in cui trovare forme inattese e linguaggi altrimenti inaccessibili, la realtà, nel suo racconto storico, si afferma quale necessità per riprendere gli avvenimenti del passato e renderli indelebili per immaginare il futuro.» Così si legge sul sito del LAC a proposito del Focus Nell’occhio della storia. Ma cosa lega la storia alla narrazione? Come s’intreccia con la finzione di un palcoscenico o del grande schermo?
Per esempio, in inglese, si utilizzano due termini diversi per la parola storia. C’è story, con cui si definisce un racconto di finzione e poi history che sta a indicare il passato, la storia con la esse maiuscola, anche se al suo interno racchiude comunque la parola story e quindi probabilmente anche elementi di finzione.
La storia e gli eventi del passato hanno così un rapporto molto stretto con il modo che abbiamo di ricordarli, di esprimerli e di raccontarli.
Fra gli altri, ospiti di Charlot, l’autore, regista e attore Nicola Borghesi della compagnia bolognese Kepler-452 che, con Enrico Baraldi, ha curato la drammaturgia e la regia della pièce Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto; la drammaturga e attrice Angela Dematté autrice dello spettacolo teatrale De Gasperi: L’Europa brucia diretto da Carmelo Rifici; il regista, compositore di colonne sonore e musiche di scena Gioacchino Balistreri protagonista del workshop Raccontare la Storia con le colonne sonore e infine l’attore e autore teatrale Alessandro Otupacca a proposito del suo monologo Giovanni Falcone – Onore sangue giustizia.
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