Sette trilioni di dollari in sussidi ai combustibili fossili nel 2022. Dieci anni dopo l’Accordo di Parigi che prometteva di fermare il riscaldamento a 2°C, abbiamo già superato 1,5°C. Il punto vero è questo: in Europa, l’ondata di calore del 2022 ha ucciso oltre 60.000 persone. La crisi climatica è prima di tutto una crisi di corpi: alcuni più esposti, più vulnerabili, più sacrificabili di altri. In questa puntata de “Il Giardino di Albert”, Fabio Meliciani intervista Paolo Vineis, epidemiologo ambientale all’Imperial College di Londra e Accademico dei Lincei. L’ambiente conta più della genetica nel determinare malattie come cancro, diabete e malattie cardiovascolari. È il concetto di esposoma: il “pacchetto” di esposizioni che ci portiamo dietro dalla nascita e che, con il clima che cambia, diventa sempre più tossico. Ma esistono azioni concrete che possono salvare insieme pianeta e salute: meno carne significa fino a 7 gigatonnellate di CO₂ in meno all’anno e meno infarti, meno auto significa aria più pulita e più movimento. Sono i “co-benefits”. Eppure, la politica va in direzione opposta. E chi paga il prezzo più alto sono sempre gli stessi: i poveri, gli anziani, chi vive nelle favelas o nelle baraccopoli del Bangladesh. Perché se la mitigazione è egualitaria, l’adattamento è un lusso che non tutti possono permettersi.
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