“Musical Nationalism, Despotism and Scholarly Interventions in Greek Popular Music” di Nikos Ordoulidis, Bloomsbury (dettaglio di copertina)
La Recensione

“Musical Nationalism, Despotism and Scholarly Interventions in Greek Popular Music”

Libro di Nikos Ordoulidis (Ed. Bloomsbury)

  • 22.11.2023
  • 24 min
  • Franco Fabbri
  • bloomsbury.com
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Qual è la “grecità” del rebetico?

Questo è un libro davvero fuori dal comune. L’edizione è in inglese, ed è improbabile che il volume venga pubblicato in altre lingue, se non in greco. E l’argomento è inequivocabilmente greco. Eppure dovrebbe essere letto da molti, se hanno un interesse nella musica, nella cultura, nella storia (non solo della Grecia), e se vogliono essere sorpresi e catturati da un racconto affascinante e pieno di dettagli suggestivi. L’aspetto più familiare del contenuto, ed è tutto dire, riguarda il rebetico (o il laikó urbano, come preferisce chiamarlo l’autore), una musica che ha destato qualche interesse in Europa occidentale (in Italia, ha conquistato per un certo periodo Vinicio Capossela). Semplificando oltre ogni limite, qualcuno lo chiama “il blues greco”. Ora, qual è la “grecità” del rebetico? Nei decenni iniziali della sua diffusione (gli anni Venti e Trenta del Novecento) i greci colti lo hanno trattato con sufficienza o con disprezzo, per le sue evidenti contaminazioni orientali (turche, arabe) e per il suo contesto sociale marginale. Ma nel secondo dopoguerra grandi compositori (Hadjidakis, Theodorakis e altri) lo hanno rivalutato, come la principale fonte autenticamente popolare alla quale si dovesse ispirare una musica d’arte nazionale. Ma questa operazione (da un lato romantica, dall’altro parallela ai revival del folk in Nord America e in Europa) aveva il suo prezzo: si doveva dimostrare la continuità del rebetico con la tradizione della musica liturgica bizantina. Più di uno propose un confronto fra la più popolare delle canzoni di uno dei protagonisti del rebetico (Vassilis Tsitsanis) e un inno alla Vergine bizantino, suggerendo un’evidente somiglianza. Partendo da qui, il libro ricostruisce (come ben suggerisce il titolo) l’influenza del nazionalismo nell’analisi e nella valutazione della musica popolare urbana greca, e nella formazione di un senso comune che perdura ancora oggi, ed è trasmesso perfino dai testi scolastici. L’autore, Nikos Ordoulidis, è un musicologo accademico, esperto della musica del canone eurocolto, della musica liturgica bizantina (anche per ascendenza familiare), e convertito agli studi sulla popular music dalla lettura e dall’incontro di figure come Derek Scott e Philip Tagg. È anche un ottimo pianista: la recensione del suo libro è commentata anche da tracce del CD registrato da Ordoulidis, “The Rebetiko Era”.

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