Un’altra cantautrice statunitense che si è trasferita in Gran Bretagna: da più di vent’anni vive e lavora in Cornovaglia. Tori Amos (Tori è un nome d’arte, dal giapponese “uccello”: il vero nome è Myra Ellen) è molto nota nel mondo anglofono. Qui da noi forse meno di quanto meriterebbe. Il suo pianismo, di solida formazione classica, è impeccabile, e fornisce un’ottima base allo stile compositivo; si sente che Amos non compone sulla chitarra. Forse un poco le nuoce la prossimità stilistica (anche e soprattutto nel canto) con un’altra cantautrice anglofona che ha avuto la fortuna di precederla, Kate Bush (si ascolti in questo album “Flowers Burn to Gold”, ad esempio, facendo attenzione alla linea melodica del canto e all’armonia). Peccato: Amos non è per nulla un’imitatrice e deve scontare, oltre alla pesante egemonia maschile nella discografia, il fatto di non essere, per così dire, una capostipite. Ocean to Ocean è il suo sedicesimo album, come quasi tutti quelli usciti negli ultimi due anni concepito e prodotto in clausura. I testi hanno risonanze di rabbia e di rimpianto: come ha annotato un recensore, l’ultima canzone (“Birthday, Baby”) è adatta a un brindisi di compleanno dei nostri tempi di pandemia, per festeggiare di essere ancora vivi.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703722