Da tempo noto in Giappone, dove la condizione Hikikomori (stare in disparte) si sviluppa a partire dagli anni '80, il ritiro sociale è un fenomeno abbastanza recente ma in costante aumento nei paesi più tecnologizzati. Si tratta di adolescenti e giovani adulti, prevalentemente di sesso maschile, che sviluppano una fobia nei confronti della scuola e a poco a poco smettono di frequentarla, rifiutando ogni altro contatto sociale, per chiudersi volontariamente nella propria stanza. In Italia, secondo stime recenti, coinvolge tra i 60.000 e i 100.000 casi.
Spesso la reclusione domestica si accompagna all'utilizzo eccessivo di internet e al tentativo di rifugiarsi nel mondo virtuale della rete ma questa non è la causa semmai una conseguenza della volontà consapevole di ragazzi che rifiutano una società dalla quale non si sentono rappresenti.
Una sorta di ribellione silenziosa che dal un punto di vista psicologico ha origine in una debolezza narcisistica del soggetto, tale per cui l'adolescente non è in grado di elaborare la paura del fallimento e la vergogna che ne consegue. Le ragioni più ampie sono da ricercare nelle crescenti pressioni poste dal contesto sociale, e nella diffusa cultura dell'esibizionismo e del narcisismo. La società dell'immagine costringe i giovani a esibire un corpo "perfetto", a mostrare capacità relazionali impeccabili, a ricoprire ruoli diversi, rispondendo alle aspettative dei genitori e dei coetanei. Gli studi sociologici degli ultimi anni affermano che non si tratterebbe tanto di una condizione psicologica o psichiatrica specifica, quanto di un fenomeno transitorio, determinato da fattori sociali.
Il documentario affronta questo mondo dall'interno, attraverso le voci di testimoni, esperti e frammenti dai diari di giovani che vivono in completo isolamento, per comprendere una realtà complessa, radicata nelle criticità del nostro tempo.
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