La settima arte affascina Pier Paolo Pasolini perché è un mezzo capace di parlare ad un largo pubblico, ma soltanto dopo essersi misurato con la parola poetica, aver pubblicato testi in prosa, aver studiato storia dell’arte con Roberto Longhi ed essersi cimentato come pittore, Pasolini sceglie di scrivere sceneggiature per poi decidere di mettersi dietro la cinepresa. Influenzato, ai suoi esordi, da collaborazioni con Mario Soldati e Federico Fellini, il regista di Accattone si distaccherà ben presto da scuole e poetiche per intraprendere una sua personalissima strada visiva.
La sua attenzione verso gli ultimi e gli sfruttati dalla società dei consumi, il suo misticismo e la sua dirompente vena dissacrante costruiranno una parabola cinematografica unica e riconoscibile per i suoi riferimenti pittorici e poetici. Assieme a due giovani registi, Federico Savonitto e Francesco Costabile che, In un futuro aprile, hanno ricostruito gli anni friulani di Pasolini e assieme al Professor De Giusti, attento conoscitore dell’opera filmografica di Pasolini, Laser ripercorrerà le tappe che, dal 1961 al 1975, consegnano il poeta di Casarsa alla storia del cinema mondiale.