Il "Muro Tzoi" a Mosca
Laser

La musica rock e il crollo dell’URSS

dai “bones records” a Viktor Tzoi (e oltre), di Elisabetta Jankovic

  • Keystone
  • 23.8.2022
  • 29 min
Disponibile su
Scarica
  • Musica
  • Scienze umane e sociali

Può “suonare” strano, ma secondo alcuni osservatori, il dilagare della musica rock in Unione Sovietica, dagli anni Sessanta in poi, avrebbe contribuito ad accelerarne il crollo. Nel dopoguerra i vinili made in USA di Elvis Presley o di Louis Amstrong venivano importati illegalmente e duplicati a Mosca o a Leningrado (oggi San Pietroburgo), incidendo le tracce su un supporto decisamente originale: le radiografie di polmoni o di tibie. I cosiddetti “Bones records”.

Inizialmente i musicisti russi, ispirandosi ai Beatles e ai Rolling Stones, cantavano in lingua inglese, ma quando iniziarono ad utilizzare la lingua slava riuscirono a raggiungere il grande pubblico e ad “emancipandosi” dall’influenza occidentale.

Da Mosca a Vladivostock, al posto di Jim Morrison, i giovani di entrambi i sessi applaudivano un cantante dai tratti orientali: il mitico Viktor Tzoi, leader dei Kino, autore di un successo intitolato, non a caso, “Peremen” ovvero “Cambiamento”.

Ma Viktor Tzoi non è stato certo il solo a scrivere la storia del rock russo. La scena musicale in Unione Sovietica era infatti ricchissima di decine e decine di rock band. Per raccontarci l’atmosfera di quell’epoca, il Laser di oggi ha raccolto le testimonianze di: Vladimir Reksan, direttore del Museo del Rock di San Pietroburgo; Seva Gakkel, chitarrista e violencellista degli Akvarium, una band nata negli anni Settanta e Oleg Garkusha, frontman degli Aukzion, che ha aperto da poco, non lontano dal fiume Neva, uno spazio per i nuovi gruppi rock del terzo millennio. Mentre il titolare del primo negozio privato di dischi nell’URSS, Oleg Grabko, ripercorre ai nostri microfoni l’euforia dell’inaugurazione e la fila chilometrica all’ingresso.

Infine, per raccontare gli anni Novanta, abbiamo incontrato a Mosca Dima Talashov, un musicista che a quell’epoca era poco più che ventenne…


(tutte le interviste sono state realizzate prima del 24 febbraio 2022)

Scopri la serie