Fra le numerose ragioni per cui Rousseau è un pensatore fondamentale per la modernità c'è anche la riscoperta della natura.I meriti di Rousseau nell’invenzione della montagna difficilmente si potranno sopravvalutare. Leslie Stephen nel suo celebre
The Playground of Europe lo definì «il Cristoforo Colombo delle Alpi, il Lutero del nuovo culto della montagna». In
Le vent Paraclet Tournier ha rincarato la dose: "Capita che un autore battendo un gran colpo muti l’anima dei suoi contemporanei in modo folgorante. Così Jean-Jacques Rousseau
inventando la bellezza delle montagne, considerate da millenni come un’orribile anticipazione dell’inferno. Prima di lui tutti erano d’accordo nel trovarle spaventose. Dopo di lui, la loro bellezza parve evidente. È riuscito in questa impresa in tale grado da cancellare se stesso davanti alla sua trovata" Il peso della
Nouvelle Heloïse fu enorme per la straordinaria fortuna toccata al romanzo, che, a dispetto dei suoi limiti, incoraggiò un vero e proprio culto che non risparmiò uomini di cultura della statura di Byron e Shelley e diede vita a fervidi pellegrinaggi nei dintorni di Ginevra, oltre che alla tomba sull’Île des Peupliers. si fece portavoce in tutta Europa della moda dell’alta montagna. Fu su quelle pagine che le Alpi divennero un mito collettivo: non più inevitabile valico verso l’Italia, ma tappa essenziale di nuovi pellegrinaggi laici, che talvolta includevano i luoghi rouseauiani fra le più venerate
stationes. Di questo appassionante tema Franco Brevini discute con Michael Jakob dell’università di Ginevra.

Rousseau e le montagne
Laser 18.06.2012, 02:00
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