«Il principale briciolo di saggezza... è che non puoi mantenere una repubblica ed un impero simultaneamente». Oggi più che mai queste parole di Gore Vidal ci interrogano sul potere trasformativo della narrativa contro le derive di una politica spesso distante dai cittadini. Gore Vidal, di cui ricorre questa settimana il centesimo anniversario dalla nascita, ha usato la scrittura per smascherare ipocrisie e contraddizioni del potere, ponendo interrogativi ancora attuali sul ruolo degli intellettuali.
Partendo dalla sua figura Moby Dick riflette questa settimana su quanto e come la letteratura può influenzare il dibattito pubblico. Si tratti di smascherare ipocrisie, di restituire il senso delle grandi battaglie per i diritti civili oppure di dare voce a chi resta costantemente estraneo al dibattito politico ufficiale, perché come ci ricorda un’altra grande voce della letteratura angloamericana Tony Morrison, «l’arte migliore è politica e si deve riuscire a renderla al contempo indubbiamente politica e irrevocabilmente bella». Ne parliamo con Mario Maffi saggista e traduttore che a lungo ha insegnato letteratura angloamericana e con Oliviero Bergamini storico e giornalista a lungo corrispondente RAI dagli Stati Uniti.
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