Sono passati più di quarant’anni dalla morte di Bill Evans, avvenuta il 15 settembre 1980, eppure il suo riflesso continua a vivere nel jazz di oggi in modo talmente diffuso ed omnicomprensivo da sembrare quasi invisibile: le sue innovazioni armoniche e il suo tocco intimista sono diventati linguaggio comune, assorbiti da generazioni di musicisti che li usano senza più percepirli come “di Evans”.
Nel frattempo, il pianismo contemporaneo si è spostato altrove – verso la forza ritmica, l’elettronica, le contaminazioni – lasciando la sensazione che la sua figura si allontani dallo specchio del presente. Ma è davvero così? O Evans continua a restituirci la sua immagine attraverso le forme più inattese del jazz contemporaneo?
Ne parliamo venerdì 19 settembre con Luca Bragalini, storico del jazz, e Antonio Zambrini, pianista e compositore che del lirismo evansiano ha fatto una delle sue chiavi di ricerca.
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