"Stravinsky right now is in freefall!" E‘ questa la sintesi piuttosto dura di un dettagliato articolo firmato da Norman Lebrecht per il numero di giugno di The critic, in cui si sostiene che dopo un secolo di innamoramento, il pubblico e gli organizzatori – molto più che la critica – si siano stancati della musica immaginifica e poliedrica di un compositore, a suo dire, umanamente freddo e detestabile.
Ottimo promotore di se stesso, Stravinsky avrebbe lasciato – sempre secondo Lebrecht – a fianco di una manciata di composizioni memorabili, una gran quantità di pagine irrilevanti, impossibili da riproporre o sostenere persino per il più fanatico dei puristi.
Ma è davvero così?
A Voi che sapete Davide Fersini e Giovanni Conti ne discutono con il direttore della rivista "Musica", Nicola Cattò e con Luca Formenton, direttore della casa editrice "il Saggiatore" nonché membro fondatore de "LaFil".
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