Guè Pequeno
Voi che sapete...

Musica violenta

Sono solo canzonette?

  • Imago
  • 15.5.2024
  • 30 min
Disponibile su
Scarica
Di: Barbara Tartari

La musica, le canzoni, le opere e gli inni sono da sempre un importante veicolo di comunicazione e terreno di identificazione per ognuno di noi. Per ragazzi e giovani, alla ricerca di un’identità personale e sociale, ancora di più. 

Le giovani generazioni sono, oggi, immerse costantemente in un mare di contenuti violenti, testi che inneggiano a comportamenti aggressivi, al sessismo più rabbioso e brutale.

Alcuni generi musicali, come Rap e Trap, nascono proprio dal racconto della vita di strada, della legge della criminalità, del potere del denaro e della forza, del dominio delle armi. 

Si tratta semplicemente di narrazione e di denuncia di una realtà sociale? 

Coloro che traggono ampi profitti dalla produzione di un certo tipo di musica sostengono questo, che sia solo libera espressione artistica e metafora di un’epoca storica. 

Vari studi di ricerca in psicologia, semiologia e neurologia dimostrano però la stretta connessione tra la musica e i suoi testi e il comportamento umano.

Quando ascoltiamo una canzone, non lo facciamo solo per soddisfare un’esigenza artistica o estetica ma anche, se non soprattutto, per il suo valore comunicativo ed emotivo. 

Dunque, forse, non sono solo canzonette. 

Di questo argomento vastissimo parleremo oggi, al microfono di Barbara Tartari, con i nostri ospiti: il musicologo e sociologo Paolo Prato, docente di Italian Media and Popular Culture presso la John Cabot University, insieme a Jacopo Tomatis, musicologo, giornalista, musicista, docente di Popular Music all’Università di Torino, nel 2019 ha pubblicato per Il Saggiatore Storia culturale della canzone italiana.

Scopri la serie

Correlati

Ti potrebbe interessare