La Fenice, Venezia
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Quando l’Opera riscatta il dialetto

di Giuseppe Clericetti e Giovanni Conti

  • 10.02.2022
  • 33 min
  • Keystone
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Un vero e proprio riscatto della dimensione vernacolare quello che debutta in prima assoluta alla Fenice di Venezia.

"Le baruffe", la nuova opera di Giorgio Battistelli (Leone d’oro alla Biennale musica 2022), in scena da martedì 22 febbraio, liberamente tratta dalla commedia veneziana Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, su libretto di Damiano Michieletto e dello stesso Battistelli. "Si tratta di un adattamento del testo originale – ha commentato Damiamo Michieletto, regista dello spettacolo – cui è stato aggiunto un prologo ex novo, che potrebbe essere una specie di rap, o una cantilena dove vengono elencati i termini più tecnici presenti in Goldoni, i pesci, la frutta, i venti". La scelta di mantenere il dialetto chioggiotto, coraggiosa per un’opera composta nella nostra contemporaneità, assume un significato drammaturgico e determina la struttura musicale. Il dialetto riveste una funzione espressiva e talora espressionistica che si riverbera nella struttura delle scene.

Giuseppe Clericetti e Giovanni Conti parlano di queste scelte con il critico musicale Carla Moreni e con il regista Damiano Michieletto.

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