Roma, 22 settembre 2025, il Ministro della cultura italiano Alessandro Giuli si congratula con la direttrice Beatrice Venezi per la nomina a direttore musicale dell’Ente Lirico Sinfonico del Teatro La Fenice di Venezia dopo la scelta all’unanimità del Consiglio di indirizzo della Fondazione del teatro stesso.
E qui si scatena l’uragano.
Ufficialmente si parla di scelta nata dall’analisi del curriculum più che autorevole di Beatrice Venezi, dopo proficui colloqui ma l’orchestra protesta, secondo i musicisti queste affermazioni non corrispondono al vero. Il sovrintendente Nicola Colabianchi prima li rassicura e poi è costretto a confermare la notizia che piano piano trapela sui quotidiani a cui seguono le proteste di tutte le maestranze del teatro. Agitazioni e scioperi da parte dei lavoratori che si oppongono ad una scelta, secondo loro, calata dall’alto e totalmente inadeguata al prestigio di quel luogo.
Un botta e risposta in cui ognuno, sui social, si sente profondo “conoscitore” dell’ambiente musicale e in diritto di esprimere un’opinione che spesso sfocia in commenti politici o di genere.
E così si è raggiunto il massimo della tensione che ci induce a fare chiarezza e stabilire il punto della situazione con esperti nella materia musicale e dei meccanismi che regolano una macchina complessa come un Teatro lirico.
Per l’odierna prima parte – cui farà seguito domani una seconda puntata - Barbara Tartari e Giovanni Conti in studio, ospitano la giornalista Vera Mantengoli della redazione veneziana del Corriere della Sera che ha seguito fin dall’inizio e quotidianamente l’incresciosa vicenda ed Eugenio Sacchetti, voce tra le più accese nei confronti della discussa nomina e violinista dell’Orchestra del Teatro La Fenice.
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