India, 19 anni, Nur, 24, e la loro mamma Munaja, 50. Da quasi dieci anni vivono in Ticino. Ma ora rischiano lâespulsione. La loro domanda dâasilo è stata respinta. E anche la richiesta di riconoscimento del loro stato di apolidi, perchĂŠ le origini dei genitori si perdono nella guerra dei confini tra Etiopia ed Eritrea. E nessuno dei due Stati li riconosce. Ora rischiano il rimpatrio forzato proprio in Etiopia. Dove è in corso un conflitto interno. Ma secondo il Tribunale Federale e la Segreteria della Migrazione quel paese può considerarsi âsicuroâ per India e la sua famiglia.
La comunitĂ dove abitano dal 2012 â il Ticino - si sta mobilitando. Un appello è stato lanciato dalla Fondazione âAzione posti liberiâ per chiedere alle autoritĂ cantonali e federali âdi ridare umanitĂ a unâazione divenuta disumanaâ. Cioè accordare il permesso di dimora per âcaso di rigoreâ.Una decisione â questa - che spetta alle autoritĂ del Cantone. Ma la decisione finale sullâeventuale rimpatrio forzato dipende comunque da quelle federali, cioè la Segreteria di Stato della Migrazione.Ă giusto espellere una famiglia che ha vissuto per 10 anni in Ticino? Cosa prevede la legge sullâasilo e quella sugli stranieri? Può lâaspetto umano prevalere sullâapplicazione alla lettera di normative che sembrano non tener conto del grado di integrazione o delle conseguenze del rimpatrio in un paese dove è in corso un conflitto?
A Modem cercheremo alcune risposte. Con diversi ospiti:
India, che per la prima volta rilascia unâintervista
Prof. Dania Tropea, ex-docente di India, che ha avviato la mobilitazione a suo favore
Mario Amato, direttore di SOS Ticino
Monsignor Valerio Lazzeri, Vescovo di Lugano
Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni del Canton Ticino
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