L’incubo e l’anagramma
Si faceva chiamare Milorad Komadic, usando lettere del suo vero nome. E per anni sulla sua testa c’è stata una taglia di milioni di dollari. Si sbeffeggiava del bisogno di giustizia collettivo. Ora non più. Ratko Mladic è stato stanato e arrestato. Non era a Salonicco o a Mosca dove secondo alcuni passava regolarmente del tempo. Ma proprio vicino a Belgrado. In una casa modesta. Sbarbato, senza travestimenti, non ha opposto resistenza. Il suo triviale gioco di parole è stato scoperto per lasciare spazio al confronto con l’incubo che rappresenta quest’uomo. Dopo Slobodan Milosevic, defunto, e Radovan Karadzic, in prigione, sta per iniziare il processo all’ultimo grosso criminale di guerra della conflitto dei Balcani, accusato tra l’altro di genocidio e del massacro degli 8'000 civili di Srebrenica del 1995. Riuscirà la Serbia a “ripulire” la sua immagine ed entrare nell’UE? O proprio quest’arresto porterà alla conclusione che le responsabilità della Serbia negli orrori in Bosnia degli anni ’90 sono insostenibili? Di orrori bellici, giustizia internazionale e politica d’integrazione europea discuteremo domani a Modem.
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