C’è chi dice che un’elezione del genere a Lugano non si era mai vista. Lunedì sera tra i banchi del Consiglio comunale in gioco c’era la composizione futura del Consiglio di amministrazione delle AIL, le Aziende industriali di Lugano. Con un nome contestato: quello del municipale Marco Chiesa. Un nome che giovedì scorso era stato scartato dal Municipio cittadino, che a maggioranza aveva preferito riconfermare il capo-dicastero ambiente e energia, Filippo Lombardi, come unico rappresentante dell’esecutivo nel CdA delle AIL. Una bocciatura a cui Chiesa ha replicato con una contromossa, una sua nuova candidatura, questa volta davanti al Consiglio comunale, al posto di Tiziano Galeazzi, fino a quel momento unico candidato in casa UDC.
Il Legislativo si è così ritrovato davanti a quella che molti in aula hanno chiamato una “forzatura”, con Chiesa che alla fine è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, ma solo dopo due votazioni e con appena 15 voti a suo favore. E con parecchie polemiche attorno al suo nome e più in generale a questo tipo di nomine.
Cosa significa tutto questo per la prima città del Canton Ticino? Quali le tensioni politiche che la stanno attraversando? E cosa dire del fatto che la città sta discutendo da ben 13 anni di un nuovo regolamento per la gestione delle aziende partecipate, come appunto AIL, senza nessun risultato concreto?
Ne discutono nella puntata di Modem cinque consiglieri comunali:
· Raide Bassi, UDC
· Natalia Ferrara, PLR
· Maruska Ortelli, Lega dei Ticinesi
· Lorenzo Beretta-Piccoli, Centro
· Carlo Zoppi, La Sinistra
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