dietro le sbarre
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Prigionieri a vita, o quasi

In Svizzera aumentano i casi di detenuti sottoposti a internamento. Con: Mauro Ermani, Goran Mazzucchelli, Rafael Traber

  • archivio Ti-Press
  • 28.1.2020
  • 38 min
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È una realtà poco nota, riguarda quei detenuti che, a causa delle loro turbe psichiche o dei loro tratti della personalità, sono ritenuti pericolosi e non vengono rimessi in libertà neanche dopo aver scontato la pena inflitta. Si tratta di situazioni che in Svizzera interessano fino a un detenuto su sette e, contrariamente a quanto si possa immaginare, non solo assassini o stupratori: c’è anche chi è in carcere da 12 anni per aver rotto la vetrina di una farmacia.

Negli anni più recenti i casi di internamento in Svizzera sono in aumento. La problematica non solo può avere conseguenze drammatiche per i singoli percorsi di vita personali, ma che incide seriamente anche sul sistema carcerario e sul suo funzionamento. Francesca Calcagno e Naima Cicherio hanno approfondito l’argomento. Dopo averne parlato ieri nel Telegiornale, ne discutiamo questa mattina a Modem con:

Mauro Ermani, giudice, presidente del Tribunale penale del Canton Ticino;

Goran Mazzucchelli, avvocato, docente incaricato di diritto penale presso l’Università di Lucerna;

Rafael Traber, psichiatra e psicoterapeuta, direttore dei Servizi psico-sociali del Canton Ticino.

Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay

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