È un esercizio che a detta del Governo ticinese dovrebbe garantire vantaggi per tutti; la riforma fiscale nata dalle ceneri della Riforma III delle imprese, affossata a livello federale ma accolta in Ticino, prevede un pacchetto che coniuga sgravi alle imprese e ai contribuenti facoltosi con un rafforzamento degli aiuti alle famiglie per meglio conciliare casa e lavoro. La modifica della legge tributaria del 12 dicembre 2017 votata dal Gran Consiglio non è tuttavia piaciuta ad UNIA, Unione Sindacale Svizzera Ticino e Moesa, PS, GISO, Verdi, MPS, POP, PC, Forum alternativo e Collettivo Scintilla che nello spazio di 3 settimane hanno raccolto oltre 10'000 firme utili a validare il referendum. Per i promotori "il popolo sarà quindi chiamato ad esprimersi su una riforma che favorisce ancora una volta i grandi patrimoni e le grosse aziende che conseguono utili, ai danni della stragrande maggioranza della popolazione".

Per la maggioranza del Gran Consiglio, tuttavia, la riforma fiscale permette anche un miglioramento delle prestazioni sociali con, in particolare, l’attribuzione di 3'000 franchi ad ogni nuovo nato e questo per favorire la conciliabilità lavoro-casa, per quelle famiglie con reddito lordo annuo fino a 110'000 franchi.

Proprio la convivenza fra gli aspetti fiscali e quelli sociali nella votazione del 29 aprile ha spinto il sindacato UNIA a ricorrere al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) per cercare di ottenere una separazione delle sorti della riforma fiscale da quella sociale. “Vogliamo che la gente possa esprimersi liberamente sulla riforma fiscale e non che il voto sia condizionato da questi piccoli interventi in ambito sociale" ha spiegato ai microfoni della RSI il sindacalista Vincenzo Cicero.

In attesa della decisione del TRAM, che potrebbe anche far slittare la data del voto ne dibattono a Modem:

Marialuisa Parodi, economista e Presidente FAFTPlus;
Gianmaria Frapolli, imprenditore, Lega dei ticinesi, presidente Commissione tributaria
Sergio Rossi, professore di economia all’Università di Friburgo;
Pino Sergi, coordinatore del Movimento per il socialismo (MPS);