Ben due partiti, il PLR e l’UDC, hanno di questi tempi deciso di fare della lotta contro la scuola inclusiva uno dei loro principali cavalli di battaglia. Lo fanno entrambi con una serie di raccomandazioni a livello nazionale, nel tentativo di poterle poi concretizzare nei singoli cantoni del nostro Paese. A indispettire questi due partiti borghesi è in particolare il fatto che l’inclusione “senza eccezioni”, come viene da loro definita, non ostacola soltanto il percorso formativo degli allievi che dispongono di buone capacità di apprendimento. A loro dire l’inclusione penalizza anche chi deve fare i conti con difficoltà scolastiche di vario tipo. Il sostegno individuale, in classi speciali e separate, andrebbe quindi ripristinato.
Non la vede in questo modo invece chi da decenni promuove la scuola inclusiva, una scelta pedagogica difesa anche dal Canton Ticino, considerato una pioniere a livello nazionale per quanto riguarda questo approccio formativo. Un modo di intendere la missione della scuola che viene regolarmente premiato anche dalle analisi PISA effettuate dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico.
Dove va la scuola inclusiva? è davvero in una situazione di così grave disagio? Interrogativi e argomenti che affronteremo con :
Marina Carobbio, Consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento Educazione, Cultura e Sport
Alessandro Speziali, presidente del PLR in Ticino
Pierfranco Longo, presidente della Conferenza cantonale dei genitori
E con un’intervista registrata a Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC/TI
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