Riconoscimento facciale
Modem

Tecnologia fra opportunità e privacy

San Francisco vieta il riconoscimento facciale in nome della privacy

  • 17.5.2019
  • 36 min
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La culla dell'innovazione tecnologica San Francisco mette un freno a uno degli strumenti più high tech al mondo: il riconoscimento facciale. Parliamo dello strumento di sorveglianza che sta prendendo piede ovunque, ma che appartiene in particolare alle città cinesi dove le persone vengono identificate - anche in strada - attraverso un riconoscimento biometrico.

La tecnologia nascente però non si potrà sviluppare allo stesso modo nella città californiana dove è stata approvata una legge che vieta l'uso di software di riconoscimento facciale da parte della polizia e di altre autorità cittadine. Anche se la decisione non interessa né l'aeroporto internazionale né il porto e concede alcune eccezioni, il segnale è chiaro. Si vuole contrastare l'abuso della tecnologia. Questo alla luce delle crescenti preoccupazioni legate alla privacy delle persone.

Sono numerosi gli appelli in tutto il mondo da parte di gruppi di difesa dei diritti civili e aziende che chiedono di regolare l'uso della tecnologia, impiegata già da anni ma il cui potenziale è cresciuto con l'introduzione dell'intelligenza artificiale.

Inoltre, secondo la Georgetown University, oltre la metà dei tratti somatici dei cittadini americani sono con ogni probabilità in qualche database governativo o di forze di sicurezza e intelligence.

Limiti, come quello deciso a San Francisco, mirano a salvaguardare i cittadini da potenziali abusi nell'uso del riconoscimento facciale, ma c'è chi sostiene che privarsi di questa tecnologia sia di fatto un grave errore. Lo strumento può infatti aiutare nella ricerca di persone scomparse, bambini, adulti o per lottare contro il traffico di esseri umani.

San Francisco dunque, la prima metropoli americana a vietare l'uso di questo strumento fortemente legato alla videosorveglianza, ma non solo. Anche altre città stanno pensando di mettere dei freni all'intelligenza artificiale. Pure alle nostre latitudini il tema è di stretta attualità: ci si interroga su uso, abuso e necessità di legiferare in questo mondo della robotica. Ne parliamo con:

Giovanni Buttarelli, Garante europeo per la protezione dei dati

Gabriele Battaglia, Giornalista e collaboratore RSI da Pechino

Giacomo Poretti, Ricercatore senior presso l'Istituto sistemi informativi e networking della SUPSI

Cristiano Valli, Giornalista e collaboratore RSI dagli Stati Uniti

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