A spoglio non ancora terminato il risultato di queste elezioni legislative è comunque chiaro: il Partito popolare europeo di Ursula von der Leyen rimane la prima formazione politica ed anzi consolida la sua posizione guadagnando una decina di seggi. Un risultato che conforta la Presidente della Commissione, nella corsa ad un secondo mandato che ha già annunciato voler dedicare alla stabilità (con socialisti, democratici e liberali) e alla lotta agli estremismi di destra e sinistra.
Chi invece vorrebbe cambiare gli attuali equilibri sono le destre, più o meno estreme, di Giorgia Meloni e Marine Le Pen che hanno, rispettivamente, consolidato e stravolto gli equilibri politici in Italia e Francia. Una batosta alla quale il Presidente Emmanuel Macron ha subito risposto sciogliendo l’Assemblea nazionale e convocando nuove elezioni legislative per la fine di questo mese! Socialisti e democratici hanno complessivamente tenuto salvo in Germania, dove probabilmente, la partecipazione alla coalizione di Governo ha provocato più recriminazioni che risultati positivi. Infine, oltre ai liberali anche i Verdi e i Non iscritti hanno vissuto una vera Waterloo, perdendo complessivamente una sessantina di seggi.
Che volto avrà quindi il Parlamento europeo prossimo venturo? Se Ursula von der Leyen guiderà ancora la Commissione, terrà conto della volontà delle destre di avere un’UE meno accentratrice e soprattutto con meno poteri sovranazionali? La “scommessa” politica di Macron riuscirà a salvare l’europeismo francese?
Per discuterne, in una puntata speciale di Modem, in onda da Bruxelles, intervengono:
Lorenzo Consoli, Corrispondente da Bruxelles per Askanews, già presidente dell’Associazione internazionale della stampa di Bruxelles;
Matteo Gorgoni, Ricercatore all’European Policy Centre;
Antonio Missiroli, Docente a Sciences Po, Parigi;
Andrea Ostinelli, Corrispondente RSI Bruxelles.
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