Le finanze cantonali del Ticino rappresentano da decenni un punto critico. Gli sforzi per contenere il disavanzo sono stati vanificati da una serie di decisioni popolari: dalla nota riforma del finanziamento del sistema sanitario (EFAS), alle ultime votazioni cantonali su sgravi fiscali e sussidi legati alla cassa malati, fino alla decisione federale sull’abolizione del valore locativo.
A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono i programmi di risparmio della Confederazione, che avranno ripercussioni anche sui bilanci cantonali. Se il preventivo 2026 prevede un disavanzo di 97 milioni di franchi – in linea con gli anni precedenti, le proiezioni per gli esercizi seguenti sono allarmanti: il deficit annuo potrebbe superare i 700 milioni. Una situazione che spinge il Consiglio di Stato a valutare sia tagli alla spesa, sia misure per aumentare le entrate.
Ora tocca al Gran Consiglio e ai partiti affrontare questa emergenza. Saranno loro a dover trovare i necessari compromessi, nonostante le attuali posizioni divergenti e i veti incrociati. A Modem, ne discuteranno i rappresentanti dei partiti di governo:
Laura Riget, copresidente PS
Maurizio Agustoni, capogruppo del Centro in Gran Consiglio
Daniele Piccaluga, coordinatore Lega dei Ticinesi
Alessandro Speziali, presidente PLR
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