Scrittrice, giornalista, viaggiatrice, narratrice che ama frequentare i territori anche difficili, del mondo e dell’anima. Sa intrecciare l’intimo e il politico con uno sguardo sempre curioso. Ha attraversato la televisione, la radio, la scrittura e la vita con il suo stile, con ironia, senza paura di mostrarsi vulnerabile, e trasformando le ferite in pensiero da condividere.
Oggi vive sempre a Milano, in una casa piena di libri, con Obama, il gattone di diciassette anni. Negli anni scorsi ha attraversato il dolore – la malattia, un divorzio, la fine di un’epoca televisiva – e ne ha fatto materia viva per pensare, scrivere, vivere. In questo incontro ci racconta anche la sua frequentazione delle carceri come volontaria, da ormai trent’anni, contesto fatto anche “di ingiustizie e di grande umanità”.
Adesso ha scelto di raccontare la solitudine, in un nuovo libro, che si legge d’un fiato, è Nostra solitudine (Mondadori), un sentire che diventa lente per leggere il mondo, spazio per elaborare traumi, ma anche luogo di libertà e consapevolezza.
È la Daria Bignardi che i suoi lettori conoscono, piuttosto diversa dalla sua immagine televisiva.
Viaggia nei luoghi feriti della Terra – dall’Uganda alla Cisgiordania, dall’Ucraina al Vietnam – per incontrare chi vive l’isolamento più estremo. Non si limita a osservare: si immerge, incontra prigionieri palestinesi, volontari nei villaggi sotto assedio e chi vive l’isolamento più estremo. E si ritrova anche a dialogare con diversi animali, scambia sguardi e pensieri con diversi cani, un gorilla e un pappagallo. E poi torna a raccontare, indagando anche la propria vulnerabilità, e cercando sempre nuove vie di rinascita profonda.
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