Neuroscienziato fra i più autorevoli del nostro tempo, è noto anche per essere tra i protagonisti della scoperta dei neuroni specchio. Lo incontriamo per un dialogo che attraversa le frontiere tra scienza, filosofia, estetica e antropologia. I suoi studi hanno aperto nuove prospettive sulla comprensione dell’altro, mostrando come il nostro cervello sia strutturalmente predisposto alla relazione, alla risonanza, all’empatia, e a “simulare” l’esperienza altrui, rendendo il corpo il primo luogo della comprensione. Ma ha saputo anche intrecciare il sapere neuroscientifico con la filosofia, la psicologia, l’estetica e l’antropologia, aprendo a una nuova visione dell’essere umano, in cui mente e corpo coesistono in un’unità dinamica, inscritta nella Natura e nel tessuto delle relazioni. Emozioni e pensieri sono strettamente legati, ci dicono le neuroscienze, e l’empatia è alla base di come ci comprendiamo e ci connettiamo. Una visione che implica riflessioni sulla società contemporanea e sulle nuove modalità di comunicazione.
A partire da questa prospettiva, ci interrogheremo su come l’empatia ridefinisca il confine tra sé e l’altro, tra umano e non umano, tra natura e cultura. Quali implicazioni porta questo sguardo al nostro rapporto con gli animali, con le intelligenze artificiali, con le immagini e con l’arte? Un incontro che invita a ripensare la relazione come forma primaria di conoscenza, dove il corpo non è solo veicolo, ma linguaggio condiviso, spazio di risonanza e di apertura all’alterità.
Vittorio Gallese è professore di Psicobiologia e Psicologia fisiologica all’Università di Parma, e autore di numerosi saggi, tra cui Il corpo non è un oggetto (con Massimo Ceresa), La nascita dell’intersoggettività (con Paolo F. Ferrara), Umano e non umano. Neurofenomenologia dell’intersoggettività (con Thomas Fuchs), in cui esplora le implicazioni della simulazione incarnata per la comprensione dell’alterità, dell’arte, del linguaggio e della coscienza, e il più recente Oltre la tecnofobia. Il digitale dalle neuroscienze all’educazione, scritto con Stefano Moriggi e Pier Cesare Rivoltella, in cui si esplora il rapporto tra cervello, educazione e tecnologie digitali.
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