Questa volta andiamo nel bolognese, immersi in un’oasi di verde. È Naturama, oltre sette ettari di terreno, una macchia verde scuro tra le colline, punteggiata da più di duemila alberi tra olmi, querce, betulle, salici, ulivi e quasi ventimila tra piante e arbusti. Un paesaggio che parla di biodiversità, ma anche di rispetto e di cura. Qui, alcuni animali domestici — anatre, oche, galline, tartarughe e polli — vivono liberi, accompagnati fino alla vecchiaia. Ma Naturama non è solo un rifugio naturale, è anche un centro di pensiero, sede della Scuola di alta formazione per professionisti nella relazione con gli animali e la natura, e dell’Istituto di Formazione Zooantropologica, che indaga il legame profondo tra l’essere umano e le altre specie.
Siamo qui in occasione del convegno sul Postumanesimo, la corrente che invita a ripensare l’umano, aprendolo all’ecologia, alla complessità della vita, alla pluralità degli esseri viventi. Un cammino che ci chiede di ascoltare, di accogliere, di riconoscere l’altro — umano e non umano — come parte di un tutto.
Anima di questo luogo e di questo pensiero è Roberto Marchesini, filosofo, etologo e zooantropologo, autore di numerosi testi che intrecciano scienza e poesia, ragione e affettività. Tra i più recenti ricordiamo almeno L’educazione sentimentale. Per una filosofia dell’affettività e Creatività animale. Scoperte, invenzioni e imitazioni tra le specie.
In sua compagnia, ci addentriamo in questo mondo che ci invita a guardare con occhi nuovi.
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