I social media e internet non sono un territorio indipendente e senza leggi, dove tutto è consentito e permesso: la difesa contro le violazioni dei diritti della personalità commesse da terzi sulle piattaforme dei social media e i mezzi a disposizione dei privati cittadini sono sempre più un argomento di grande attualità e allora nella consulenza odierna spieghiamo i confini fra la libertà d’opinione e d’espressione e ciò che non si può scrivere o pubblicare perché costituisce un reato penale o civile. Capita frequentemente che la pubblicazione di alcuni post, immagini, video e altri contenuti audiovisivi e di vario tipo, che vengono diffusi in rete sulle piattaforme dei social media, si spingano chiaramente oltre i limiti ammessi dal diritto e quindi non sono autorizzati. Ad esempio c’è chi pubblica in rete delle affermazioni e dei commenti diffamatori; chi divulga delle informazioni sulla vita privata o intima di una persona senza il suo consenso; chi utilizza dei contenuti protetti dal diritto d’autore; chi diffonde delle informazioni e delle notizie errate; o ancora chi molesta e minaccia delle persone online. È risaputo che coloro che insultano qualcuno/a con parole, scritti o immagini commettono il reato di ingiuria previsto dall’art. 177 del Codice Penale. Perché il reato venga perseguito e punito è tuttavia indispensabile che la vittima sporga querela in Polizia o direttamente al Ministero Pubblico. Il nostro ospite si sofferma proprio su tutti quei casi in cui sui social media e in internet vengono commessi dei reati e dei delitti perseguibili, siano essi intenzionali o involontari, spiegando quali azioni legali possono intraprendere le parti lese e le vittime e tutte le procedure, contemplate dal diritto svizzero, che si devono seguire.

È ospite: Christopher Jackson, avvocato.