Millevoci: I test "fai da te" per il Covid non sono la panacea
Da ieri, lo abbiamo sentito e visto su tutti i mezzi di informazione, ci si può procurare nelle farmacie del Canton Ticino i kit per i test autodiagnostici del coronavirus. Non più di 5 al mese, garantiti dalla Confederazione per le persone assicurate LAMal e per gli stranieri che lavorano in Svizzera. All’apparenza si tratta di un’altra tappa sulla via del monitoraggio semplificato dei contagi e della prevenzione contro la loro diffusione. Le autorità sanitarie però avvertono: i test “fai da te” non bastano a garantire totalmente di non essere contagiosi o di non esserlo nei giorni immediatamente successivi. Si tratta, per così dire, di un’istantanea del momento e neanche così precisa come i tamponi naso-faringei. È bene ribadirlo, le uniche prevenzioni utili ed efficaci rimangono le norme igieniche e il distanziamento. Intanto le farmacie sono sempre più pronte alla somministrazione dei vaccini, un presidio ulteriore sull’altra via dell’attenuazione della pandemia, quella cioè della diffusione dell’immunità collettiva. E allora servono davvero i tamponi “fai da te” e se servono quando è meglio farli e quando invece sono inutili? E soprattutto, quanto contribuiranno a ridurre sotto l’1 la fatidica cifra dell’indice dei contagi. Di fronte a una situazione che rimane incerta, coordinare gli sforzi rimane la priorità, così come l’informazione e la responsabilità individuale.
Sono ospiti:
Gian Maria Zanini, Farmacista cantonale ticinese
Federico Tamò, portavoce dell’Ordine dei farmacisti del Canton Ticino
Peter Burkhard, farmacista, già vicepresidente di PharmaSuisse
Mattia Lepori, medico, vicecapo area medica dell’EOC
Scopri la serie