Il primo ministro tunisino Mohamed Ghannouchi ha promesso rapidi interventi per colmare il vuoto di potere creatosi dopo la fuga di Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita, e di annunciare al più presto la formazione di un governo di coalizione. Si spera così di frenare lo slancio della rivolta che ha continuato a divampare nel week-end e di mettere fine agli scontri che oppongono l’esercito a miliziani della vecchia guardia presidenziale, fedeli a Ben Ali. Il nuovo governo dovrebbe essere composto anche da rappresentanti dell’opposizione, sarebbe quindi un governo di unità nazionale. Ma c’è molta incertezza sia sui nomi sia sui movimenti che verranno presi in considerazione. I manifestanti scesi in piazza lunedì mattina chiedevano la dissoluzione del partito dell’ex presidente. Sono stati dispersi dalle forze dell’ordine e difficilmente la loro richiesta verrà presa in considerazione. Il nuovo governo avrà soprattutto il compito di traghettare il paese verso nuove elezioni e un regime democratico. Abbiamo discusso a Modem delle possibilità che si aprono ora per la Tunisia e degli effetti che la rivoluzione dei gelsomini potrà avere sui paesi circostanti.