Tempo e limiti sono concetti spesso intrecciati. Attraverso un nesso causale, le due parole pongono ciascuno di noi di fronte a una realtà non sempre facile da accettare: gli anni passano e noi con loro. Sin dall’antichità, uomini e donne hanno provato a combattere la propria data di scadenza e, consci della caducità dell’esistenza, sono state le gesta in vita la strada tentata per abbracciare l’immortalità. Eppure, la fine continua a spaventare, indipendentemente dai successi conseguiti e dai sogni realizzati. Un meccanismo mentale ampiamente diffuso che, tuttavia, non sembra riguardare le figure di Luka Modric e Ariarne Titmus. Due atleti che hanno scritto il proprio nome a fuoco nella storia, vincendo il tempo ma senza temerlo né sfidarlo, sapendolo ascoltare (in modi diversi) e ringraziare per quanto concesso loro.
Proprio sulle loro scelte si è riflettuto a Tempi Supplementari in compagnia di Igor Nastic, ex nuotatore e oggi commentatore RSI, e Cristiano Ruiu, giornalista sportivo italiano esperto dell’universo Milan. A partire dalla sorprendente decisione della pluripremiata nuotatrice australiana, che a soli 25 anni ha ritenuto giusto porre fine alla propria carriera, sottolineando come la felicità per lei non si vincoli alle prestazioni in corsia. Una presa di posizione forte, frutto per Nastic di consapevolezza e intelligenza emotiva: “Si tratta di una scelta coraggiosa ma da rispettare. Potrebbe essere un esempio per dire basta al momento giusto, di fronte a sempre più casi di burnout nel nuoto. Fermarsi come atto di forza piuttosto che di debolezza”.
Stiamo forse entrando in una nuova dimensione della nostra società. La Generazione Z ha bisogno di significati profondi: sono i giovani a scendere in piazza e a mostrarsi disposti a guadagnare meno in virtù di altri benefici, liberandosi da schemi rigidi all’interno dei quali la nostra cultura ci ha intrappolati per decenni
Igor Nastic
Apparentemente diverso il caso di Luka Modric, che a 40 anni continua a calcare con grazia i verdi rettangoli da gioco, grazie a una mente calcisticamente superiore in grado di sorreggere un fisico inevitabilmente in declino. Eppure, è profondo il denominatore comune tra il Pallone d’oro del 2018 e Titmus: la coscienza di poter scegliere di fronte al tempo, piuttosto che subirlo o forzarlo. La leggenda croata ha coronato quest’anno il sogno di vestire la maglia del Milan, sua squadra del cuore, anche ascoltando il proprio corpo: “L’obiettivo di Modric è partecipare da protagonista al prossimo Mondiale. Per farlo, ha deciso di lasciare il Real, facendo un passo indietro nella propria carriera. Non ha mai avuto problemi sotto questo punto di vista: gli ultimi anni a Madrid ha sempre voluto rinnovare di anno in anno, volendo misurare la propria possibilità di restare a quel livello e cambiando squadra una volta resosi conto di non reggerlo più” ha dichiarato Cristiano Ruiu, ponendo in evidenza la grande lucidità del numero 14 rossonero.
Penso che l’anno prossimo Modric farà ritorno alla Dinamo Zagabria, dimostrando per l’ennesima volta una profonda consapevolezza di sé e dei propri limiti, adattandosi. Di certo guadagnerebbe meno, ma ritroverebbe una condizione ideale per un corpo che inevitabilmente cambia
Cristiano Ruiu
Il tempo che scorre, dunque, portando nel suo flusso le paure di quanti temono la sua inarrestabilità ma anche la serenità di chi sceglie di ascoltarlo. In tal senso, di fronte ai casi di Titmus e Modric, sorge una domanda: con un mondo che va sempre più veloce, chi ha il coraggio di fermarsi è un perdente o un vincitore?
Parte la stagione di sci. Il tempo non si subisce, si sceglie: gli esempi di Modric e Titmus
Tempi Supplementari 20.10.2025, 20:05
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