Tutto o niente. Non ci sono mezze misure quando Marlen Reusser sale in bici, anzi in cattedra.
Dicevano che non sa gestire la pressione: è vero, è successo e, almeno per questa volta, non torneremo a rispolverare i fantasmi di Glasgow 2023 ma Marlen nel primo giorno dei Mondiali africani ha dato ampia dimostrazione di aver imparato la lezione e che gli errori servono, eccome!
Accanto al suo nome c’erano diverse “stellette” ad indicare lo status di favorita ma la cosa non l’ha minimamente frenata, anzi l’ha resa semplicemente perfetta dal primo all’ultimo colpo di pedale, anche quando nel tratto meno impegnativo della cronometro ha lasciato qualche secondo alla concorrenza, tutto studiato per essere al top sul muro finale, per volare sulle pietre di Kigali.
Niente mezze misure per Marlen, si è presa tutto quello che voleva questa volta, non è abituata ad arrendersi. Non lo ha fatto quando una caviglia malconcia le ha precluso un futuro nell’atletica, non lo fa quando parla del suo mondo e di come possa essere, anche con la sua bicicletta, fonte di ispirazione, perché non ci sono “solo” Evenepoel e Pogacar.
Tutto o niente: tutto significa pedalare, anche solo per andare a fare la spesa, per recarsi ad un appuntamento e un’intervista, rinunciare a prendere l’auto e caricarsi la bici in spalla per un lungo viaggio o per un ritiro.
Tutto è rinunciare alla carne perché, cresciuta in fattoria, non sopporta la visione di un animale trasformato in cibo.
Tutto è mettersi alle spalle un Giro sfuggito come sabbia fra le dita, un Tour mai iniziato per dolori, febbre e vomito, un pacchetto completo che l’ha prosciugata. Significa investire tutte le energie in un sogno, attraverso uno stile di vita chiaro e illuminato. Prima di tutto con qualche passeggiata in bici, “il modo migliore per liberare la mente” ma al tempo stesso, quando i ritmi tornano infernali, per imporre dolori e sofferenze che solo una un po’ “matta” ma tanto determinata può pensare di infliggersi. La sua testa si è rinfrescata in ritiro, in altura, ha condiviso giorni di lavoro e allenamento con colleghe più giovani di lei che non sopporta vedere il tempo che passa ma che il tempo ha stregato a Kigali. In quei giorni ha iniziato a focalizzare il giorno in cui prendersi tutto, 24 ore dopo il suo compleanno, perché il tempo passa e con sé porta tanti colori, quelli del Ruanda, quelli dell’iride.

Mondiali, il servizio sulle cronometro élite U e D (La Domenica Sportiva 21.09.2025)
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Mondiali, l'arrivo di Marlen Reusser nella crono D (LA2 Sport Live 21.09.2025, 11h00)
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Mondiali, la premiazione della cronometro femminile (LA2 Sport Live 21.09.2025, 11h00)
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Mondiali, l’intervista a Marlen Reusser dopo la consegna della medaglia d’oro (La Domenica Sportiva 21.09.2025)
RSI Sport 21.09.2025, 15:14