Ad Ambrì a parlare è solo l’allenamento

Non c’è il fischietto di Luca Cereda a scandire il ritmo della seduta sul ghiaccio e non c’è tantomeno la sagoma di Paolo Duca dall’alto del suo ufficio a seguirla attentamente. Dopo oltre otto anni e per la prima volta nella Gottardo Arena fa decisamente strano, ma lo si sapeva. Non si sapeva, invece, perlomeno fino al tardo pomeriggio di ieri, che l’Ambrì si sarebbe trincerato dietro ad un silenzio stampa che non si spiega in alcun modo. Come se i media fossero il capro espiatorio di una decisione e di una giornata, quella di ieri, che ha messo a nudo tutti i limiti organizzativi e comunicativi di una società che non ha fatto altro che lavare i panni sporchi in mondovisione. Senza chiarezza, oltretutto. Di fronte, soprattutto, a tifosi, sostenitori e sponsor. Attori che - oggi a maggior ragione - avrebbero bisogno di risposte, anziché di silenzi. 

E allora a parlare ad Ambrì è stato solo ed esclusivamente l’allenamento odierno, il secondo della squadra agli ordini di Eric Landry e René Matte. E cos’ha detto? Beh, che i due ex assistenti sembrano della stessa idea accennata proprio ieri dallo stesso Cereda. Ricordate? “Penso che questa squadra sia davvero vicina alla svolta, ed è quello che le auguro”. Perlomeno in termini di formazione, stando a quanto visto oggi, non è prevista alcuna rivoluzione. Anzi. Ad eccezione di Bachmann, ristabilitosi dall’influenza e schierato al fianco di Heed, per la fondamentale sfida casalinga di domani contro l’Ajoie si va verso la conferma dell’intero line-up, con Petan (in grigio) destinato di nuovo al sovrannumero e con la solita incognita Senn o Wüthrich tra i pali. Questo, in sostanza, è quello che si sa di una squadra che intende guardare avanti. In attesa (forse) di un comunicato che chiarisca davvero come sia finita l’era Duca-Cereda. E magari pure di un grazie, anche se a questo punto - ed è verosimile - i primi a pensarci saranno proprio gli stessi tifosi. Eccola, la terza figuraccia nel giro di 24 ore.