Nel tennis di oggi non c’è spazio per le favole. La recente vittoria di Vacherot al Masters 1000 di Shanghai non resta che un’atipica parentesi all’interno di un circuito che sembra essere (ancor più che in passato) comandato da una ristrettissima oligarchia, battente vessillo italo-spagnolo. Difatti, la presenza di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz a un evento si traduce pressoché automaticamente in finale, con buona pace degli avversari. Una pace, in realtà, sempre più turbata dalle polemiche, le quali non di rado hanno riguardato proprio i due nuovi re del tennis moderno. E se sull’altoatesino attualmente imperversano nello Stivale accuse di scarso nazionalismo, a causa della rinuncia alle Finals di Coppa Davis previste per fine novembre, nell’occhio del ciclone le voci sono diverse.
Tra queste, si è ritagliata un certo spazio di recente quella di Alexander Zverev, scagliatosi contro il calendario troppo fitto, i cui ritmi a suo parere sarebbero gestibili solo dai primi due al mondo, e la standardizzazione delle superfici di gioco, frutto di una presunta intenzione degli organizzatori dei tornei volta a favorire proprio Sinner e Alcaraz. E volendo parlare di favole, è forse “La volpe e l’uva” di Esopo a fare da sfondo alle parole dell’attuale numero tre della classifica ATP. Anche di queste tematiche si è parlato a Tempi Supplementari insieme a Claudio Mezzadri, ex tennista professionista e oggi commentatore RSI, ed Emanuele Atturo, caporedattore di Ultimo Uomo e grande esperto di tennis. Quest’ultimo si è così espresso sulle dichiarazioni del tedesco: “Il discorso di Zverev sulle superfici sempre più simili lo posso anche condividere rispetto alla bellezza di una maggiore varietà, ma in fondo è una questione di gusti. Penso che se si giocasse un tennis più veloce o su un cemento più lento a risentirne in primis sarebbe proprio Sascha. Inoltre, non credo nell’alibi del favoritismo verso Sinner e Alcaraz, le quali vittorie sono semplicemente da ricondurre a un livello di gioco superiore rispetto agli avversari”.
I migliori tennisti al mondo oggi sono frutto della progressiva uniformazione delle superfici, che tuttavia resta un processo in atto già da almeno 20 anni. Comprendo le polemiche ma anche l’epoca dei Big Three è figlia di questo fenomeno e mi sembra che sia stata apprezzata
Emanuele Atturo
Rispetto invece alle diffuse proteste nel circuito sul calendario troppo fitto, Mezzadri ha pienamente condiviso il pensiero di Jannik Sinner, che aveva sottolineato la possibilità di scegliere liberamente i propri impegni: “I tennisti non sono costretti a partecipare a tutti i tornei, anzi. A muoverli è spesso il desiderio di massimizzare i propri guadagni, inserendo esibizioni nei momenti di riposo. Si pensi in tal senso al Six Kings Slam di Riad. È vero che il calendario è impegnativo ma l’ultima parola resta ai giocatori”.
Il futuro del tennis sembra essere già scritto: pochi ma grandissimi tornei. La volontà è quella di creare un supercircuito composto dai 4 Slam e dai Masters 1000, destinati a diventare 10 con il nuovo evento saudita in programma dal 2028. Il tutto a scapito dei piccoli tornei, purtroppo destinati a scomparire
Claudio Mezzadri
La vigilia di derby - Il tennis sotto stress e i presunti favori a Sinner e Alcaraz
Tempi Supplementari 27.10.2025, 21:18
Contenuto audio

Coppa Davis, il servizio con Claudio Mezzadri (TG Notte Sport 27.10.2025)
RSI Sport 27.10.2025, 23:08









