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Malcolm & Marie

L'amore e il cinema, in bianco e nero

  • 22 febbraio 2021, 11:52
  • 14 settembre 2023, 09:26

Malcolm & Marie, la recensione di Michele Serra

RSI Play Top 22.02.2021, 11:47

Di: Michele Serra

Un uomo e una donna, entrambi giovani (lei poco più di lui), rientrano a casa dopo una serata di gala. Lui è un regista, ha appena presentato il suo nuovo film, è stato un successo. Lei, una ex-modella che aspira a diventare attrice. Nel corso della notte non faranno altro che litigare: parlando del loro rapporto, della società, del mondo dello spettacolo. Soprattutto, dell'incrocio misterioso – e spesso pericoloso – tra vita e arte.
"Malcolm & Marie" di Sam Levinson – appena arrivato su Netflix – ha un soggetto brevissimo e una sceneggiatura ipertrofica: un film teatrale, girato durante la pandemia in una sola location, con due soli attori, Zendaya e John David Washington, e una troupe ridotta all'osso.
Levinson, figlio del regista Barry ("Rain Man" e "Sleepers", tra le altre opere), sceglie il figlio di una star (John è il primogenito di Denzel Washington) come suo alter ego sullo schermo. Gli mette in bocca discorsi sul cinema, il processo creativo, la libertà artistica, l'autenticità. Eppure non sono queste parole, a rendere il film interessante. Malcolm & Marie è interessante perché è forse il film più contemporaneo che possiamo vedere nel 2021. Di seguito, i motivi.

1) Siamo nell'epoca delle polemiche social, e Sam Levinson sembra aver costruito il film come una serie di tweet al vetriolo contro i critici. Più precisamente, contro chi pretende di giudicare le intenzioni di un artista (regista, in questo caso). L'impressione è rafforzata dal fatto che il bersaglio fiction degli strali del protagonista del film sia una certa “signora giornalista del Los Angeles Times”, che ci ricorda molto la critica di quella testata, Katie Walsh, che aveva scritto una recensione negativa del precedente film di Levinson.

2) Siamo nell'epoca del contrasto tra verità e finzione sul web, e Sam Levinson mette in scena discorsi sull'autenticità recitati da due personaggi lontanissimi proprio da qualsiasi parvenza di autenticità, elegantissimi (lui in completo Prada, lei che indossa il frutto della collaborazione tra due degli stylist più noti dello spettacolo americano) e irraggiungibili nel loro eremo di raffinata architettura, la fotografatissima (dalle riviste di settore) Caterpillar House che sorge nel buen retiro californiano di Carmel.

3) Siamo nell'epoca della retromania, e Sam Levinson gira il suo film in bianco e nero, lo arricchisce con una colonna sonora che comprende tanta black music degli anni Settanta: Duke Ellington, James Brown, Fatback Band, Dionne Warwick, Archie Shepp. La tecnologia esiste, ma è solo fonte di rabbia e stress (“perché devo pagare per leggere questa recensione sul sito?”).

4) Più di tutto, però, Levinson sembra essersi comportato con il pubblico come un troll, disseminando il film di provocazioni utili a scatenare discussioni infuocate e senza soluzione. E questo è forse il maggiore indizio di contemporaneità, in assoluto.

Malcolm & Marie è senza dubbio un film ben girato, ben recitato – c'è qualche caduta, ma si tratta pur sempre di una maratona di recitazione estremamente impegnativa – e che riesce a tenere desta l'attenzione per cento minuti, nonostante il suo impianto teatrale sia lontano dalle consuetudini hollywoodiane. Ma più che a un film, assomiglia a una serie di spunti di conversazione. O di risposte a domande che nessuno aveva fatto.

Malcolm & Marie (USA, 2021)
Regia: Sam Levinson
Interpreti: Zendaya Maree Stoermer Coleman, John David Washington
Durata: 106'

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