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Unità di crisi

Giusto puntare in alto, ma è ancora necessario aggiustare il tiro...

  • 21 December 2020, 13:50
  • 10 June 2023, 05:12
  • CINEMA

Unità di crisi, la recensione di Michele Serra

RSI Play Top 21.12.2020, 14:51

Di: Michele Serra

Il complesso d'inferiorità ce lo portiamo sempre dietro, certo. Eppure le produzioni europee ci stanno provando a colmare il gap che inevitabilmente le separa da quelle americane, infinitamente più ricche di denaro, ma anche di idee (o almeno, così sembra spesso). Ecco qui un'altra prova, una serie che a vederne i primi dieci minuti sembra la versione svizzera di Homeland: certo, al posto della CIA c'è una non ben identificata organizzazione umanitaria, al posto dei palazzi del potere americano, le alte sfere della società ginevrina. Però l'alternanza tra asettiche sale riunioni occidentali e polverose strade mediorientali - da una parte intrighi e lotte sottotraccia, dall'altra scontri armati e attentati - non può che richiamare alla mente il telefilm del network Showtime. Un ricordo che purtroppo ci riporta alla distanza di cui parlavamo all'inizio.

Sei puntate dirette dal regista Jacob Berger e interpretate da un cast molto ben assortito, in cui spicca André Dussollier, uno dei caratteristi più presenti negli ultimi 50 anni di cinema francese, di quelli che appena appaiono sullo schermo ti fanno pensare “quello l'ho già visto da qualche parte”. Sei puntate di quasi un'ora ciascuna, che non fanno pensare certo a una produzione portata avanti in economia: la qualità dell'immagine è alta, le idee tante. Quello che manca - un difetto che viene fuori alla distanza, dopo le prime puntate - è però una scrittura davvero convincente.

Certo, è inutile criticare un prodotto televisivo lamentandosi di quello che avrebbe potuto essere. Però nel caso di Unità di crisi è inevitabile pensare che con gli spunti messi in campo nelle prime tre puntate si sarebbero potute costruire tranquillamente altrettante stagioni, ognuna con un centro narrativo diverso. Invece regista e sceneggiatori decidono di mettere tutto insieme, e di conseguenza alcuni passaggi diventano artificiosi, mentre trame secondarie vengono chiuse frettolosamente o semplicemente dimenticate.

Unità di crisi, una delle serie televisive più costose mai prodotte in Svizzera, scivola proprio su quei valori immateriali che è più difficile comprare: una storia convincente e dialoghi capaci di sostenerla. Non si tratta di un fiasco, per carità, ma di un'occasione persa: poteva essere un prodotto capace di distinguersi anche a livello internazionale, invece rimane un semplice passatempo televisivo destinato a perdersi nel mare dell'era della peak TV.

Sulla piattaforma Play Suisse sono disponibili tutte le sei puntate della serie Unità di crisi, nelle tre versioni linguistiche (francese/tedesco/italiano).

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