Niccolò Fabi si è preso del tempo con Isabel Piazza, in un camerino di uno dei teatri che sta riempiendo con Libertà negli occhi, il suo ultimo album. Un disco nato proprio dal fermarsi, in uno chalet sul lago dei Caprioli, in provincia di Trento, insieme ad alcuni fedeli compagni di musica: Emma Nolde, Alberto Bianco, Roberto Angelini, Cesare Augusto Giorgini, Filippo Cornaglia e Riccardo Parravicini.
Ogni volta che ci si siede a chiacchierare con Niccolò si sa da dove si parte, ma non dove porteranno le sue riflessioni e le sue strade interrogative. Il porsi domande, soprattutto scomode, è una sua cifra che, album dopo album (siamo al decimo di inediti), non si attenua; anzi, si rafforza nella convinzione che sia l’unica via percorribile.
Lo testimonia «Alba», il brano che apre l’album e contiene un unico verso: «Io sto nella pausa che c’è tra capire e cambiare». Poche parole, pensate e pesate, che promettono un viaggio nella profondità del senso e dei sensi.
