È tinto di rosso il terzo corso discografico degli Houstones.
“A+C”, la nuova creatura della formazione locarnese, ha visto la luce il 14 giugno in modalità indie con Soppressa Records, Collettivo Dotto e Entes Anomicos.
“A+C” contiene 8 canzoni per 40 minuti di rock alternativo intelligente e verace, frutto di un concepimento che, pur essendo stato più lungo e laborioso rispetto al passato, porta con sé la spontaneità della presa diretta e il mestiere del produttore Marco Fasolo, figura di riferimento dell’ultimo ventennio underground italiano.
E se è l’udito il primo senso ad esser stimolato, la sorpresa spetta al cuore: “A+C” è un album maturo, eclettico e art, pieno di belle idee, in cui gli Houstones sviluppano un concetto su tutti: i presunti malesseri e capricci esistenziali al cospetto dei bisogni primari, disagi emotivi che intaccano le nostre esistenze occidentali privilegiate.
Siamo andati a trovare gli Houstones nel loro quartier generale a Razzino. A fare gli onori di casa c’erano il cantante e chitarrista Saul Savarino e la tastierista e vocalist Serena Maggini.