18 maggio 1979. È il giorno dell’ultima intervista di Lucio Battisti prima della volontaria e definitiva sottrazione di sé al Mondo. A partire dal 1980, infatti, il cantautore italiano non comparirà più in pubblico, in nessuna modalità, a parte qualche scatto fotografico “rubato” da paparazzi e curiosi. A intervistarlo il giornalista e conduttore radiofonico Giorgio Fieschi, della radio della Svizzera italiana, negli studi Lugano.
Nel giorno dell’anniversario della scomparsa, avvenuta il 9 Settembre 1998, la RSI torna a parlare di quell’intervista e più in generale della parabola artistica di colui che fu un genio, talvolta incompreso, della canzone italiana. Da molti definito come il “Papà dei cantautori”, in realtà tale non lo è mai stato veramente e i testi delle sue canzoni sono sempre scaturiti da collaborazioni con i parolieri, primo tra tutti Mogol.
Il suo successo è stato imponente: una ventina di dischi per venticinque milioni di copie vendute. Semplici e dirette, le sue canzoni sono entrate nell’immaginario collettivo grazie a un talento, a volte sottovalutato, di incredibile creatore di melodie.
Claudio Farinone e Giovanni Conti ne parlano con il giornalista Andrea Scanzi, autore di un bellissimo volume su di lui e con Geoff Westley, musicista e produttore ed arrangiatore dei due album di Battisti “Una donna per amico” e “Una giornata uggiosa”.