30 anni sono tanti. Eppure volano in un attimo, un istante in cui si rincorrono storie, voci, generazioni, culture e sottoculture. Ma c’è chi, fortunatamente, attraverso parole e musica, è riuscito a immortalare questi momenti che sembrano immobili come delle fotografie, ma che poi rischiano di sfocarsi, sfuggire e diventare solo dei ricordi.
Dalle origini e i ritrovi ai portici di Lugano, dalla Momo Posse al Paleo Festival alle sonorità dei Sesto Senso, da Jay-k che da Bellinzona arriva fino ai Dj World Championships di New York fino all’affermazione di due artisti recenti come Mattak e Ele A, senza dimenticarsi di tutti quelli che in mezzo sono stati partecipi di queste tappe, che alla fine sono tappe anche di chi con il rap poco ha a che fare. Il Ticino è cambiato, cambia e cambierà e la musica è una straordinaria testimone di questi passaggi generazionali e ancora di più lo è un genere che fa della parola la sua maggiore cifra stilistica: il rap. Ecco perché ripercorrere 30 anni di storia del Ticino, ma più in generale della Svizzera, attraverso rime e suoni che appartengono alla cultura hip hop è un viaggio che ci dona prospettive diverse e sguardi inediti sulla realtà che ci circonda(va).
Perché proprio il rap?
RSI Cultura 12.09.2024, 11:50
Sulla Mappa, 30 anni di Rap in Ticino è il primo documentario digital first targato RSI. Un prodotto costruito per intercettare diversi target (come d’altronde sono diverse le generazioni che si raccontano al suo interno) con dinamiche di narrazione e distribuzione amplificate: non solo un film “play and chill” da guardarsi sul divano dall’inizio alla fine, ma anche un percorso di contenuti extra che escono e rientrano nel racconto globale per creare altre storie e scoprire, è questo probabilmente il significato più profondo del documentario soprattutto, che le incomprensioni tra generazioni di cui spesso si sente parlare, altro non sono che una non conoscenza reciproca e che i punti di contatto esistono e sono più forti di quel che si possa credere.
Non è difficile ritrovarsi per un istante in quei luoghi che hanno scandito le giornate, i mesi o gli anni di ognuno di noi, così come suonano familiari le distorsioni, le difficoltà e le idiosincrasie di una piccola, piacevole e (almeno all’apparenza) dorata campana di vetro come il posto in cui viviamo, tanto bello quanto (spesso) claustrofobico. Soprattutto per chi è alla ricerca di forme di espressione che fuoriescano dagli schemi e che gridino alla ribellione, che sia artistica, culturale o semplicemente giovanile. Sulla Mappa è un racconto comunitario di chi ha provato a trasformare sfoghi, pensieri e sogni in parole, rime e musica.
Il documentario sarà disponibile a partire dal 20 settembre su Play RSI.