Nonostante gli anni trascorsi, l'eccidio nel quale vennero uccise più di 800mila persone fra Tutsi e Hutu moderati fa ancora fatica a trovare una sua collocazione e una spiegazione storica. L'efferatezza di questo genocidio lascia ancora stupiti: tutto si è svolto molto rapidamente nonostante il fatto che gli assassini fossero armati solo di coltelli, di bastoni e di machete. In quell' aprile del 1994 una radio Hutu incitava allo spargimento di sangue scatenando l'odio mentre il mondo rimase a guardare.
Ma quali sono le ferite ancora aperte da questa tragedia? A cosa è servito il processo che si è svolto davanti al Tribunale penale internazionale per il Ruanda? I ruandesi oggi cercano di dimenticare, hanno abolito le carte di identità etniche. Ma come si vive oggi nel paese? E soprattutto: come reagirebbe la comunità internazionale di fronte a un nuovo Ruanda?
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