Il tema di Dora oder di sexuellen Neurosen unserer Eltern, prima mondiale alle 50esime Giornate di Soletta, è di quelli che attirano l’attenzione.
La sessualità di una ragazza con ritardo cognitivo, in una vicenda che esplora le difficoltà di una famiglia nell’affrontare la scoperta delle pulsioni da parte della figlia diciottenne. Dora incontra un uomo “normale”, che nella visione comune ci si aspetterebbe descritto come un laido che approfitta di lei. Quello che di solito in una storia del genere verrebbe sottaciuto è che invece Dora è felice. La madre un po’ meno, perché gli eventi ne mettono a dura prova l’equilibrio psicologico.
Il film di Stina Werenfels, in corsa per il Prix de Soleure, ha il merito di indagare una materia complessa in maniera priva di pregiudizi e anzi tutta dalla parte del diritto all’autodeterminazione della giovane. Difetta invece di coerenza narrativa, perché troppi snodi di trama fanno fatica a rendersi credibili allo spettatore.
mz