Notte del 14 giugno 2017. La Grenfell Tower, edificio di edilizia residenziale nella ricca North Kensington a Londra, si accende con la rapidità di un fiammifero. Muoiono 72 persone.
Antonio Roncolato è uno dei sopravvissuti, svegliato di soprassalto da una telefonata nel cuore della notte dal figlio che stava rientrando dal lavoro. Oggi è membro dell’associazione fondata dagli ex residenti e dai parenti delle vittime, la Grenfell United. In questi due anni ha vissuto in hotel, in alloggi temporanei e ora, finalmente, vive in un posto che può chiamare casa. Ma non per tutti è così: “Ci sono persone che sono ancora in attesa di sistemazione – racconta – e i tempi delle due indagini, quella della polizia e soprattutto quella pubblica ordinata da Theresa May, sono troppo lenti. Avremmo dovuto ricevere un rapporto dalla seconda entro marzo, ora ci hanno comunicato che arriverà invece entro fine anno”. Per far sentire la propria voce Antonio si è recato anche a Westminster, dove ha incontrato parlamentari di tutte le aree politiche: “Abbiamo chiesto un cambio di passo, le promesse che il Governo ci ha fatto devono essere mantenute. Non possiamo dare il tempo ai responsabili di organizzarsi e di farla franca”.
All’origine dell’incendio un frigorifero guasto al quarto piano, ma non estraneo al disastro il materiale isolante.
Chiara Bruschi