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La squadra arancione d'Istanbul

Il Başakşehir potrebbe vincere lo scudetto in Turchia e la lotta per il titolo, che lo vede opposto al Galatasary, fa discutere (e non poco)

  • 27 marzo 2019, 06:47
  • 9 giugno 2023, 09:14

La squadra di Erdoğan

RSI/Cristoforo Spinella - Italo Rondinella 27.03.2019, 06:45

“Il Başakşehir l’ho creato io. Se quest’anno diventa campione, sarà una rivoluzione”. Dopo aver cambiato la politica e la società della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan mostra di avere un nuovo obiettivo: il calcio. La squadra che si vanta di aver fondato negli anni Novanta, quando era sindaco di Istanbul, è lanciata verso uno storico scudetto. Nella megalopoli sul Bosforo sarebbe la prima vittoria di un club estraneo alle ‘Tre Grandi’, Galatasary, Fenerbahçe e Beşiktaş, corazzate da milioni di tifosi e maxibudget ora in forte crisi finanziaria. Il Başakşehir avanza invece a vele spiegate, nonostante di sostenitori ne abbia solo poche centinaia e l’origine delle sue ingenti risorse rimanga avvolta nel mistero.

In Turchia è considerata apertamente la squadra del presidente, il suo esperimento di ingegneria sociale applicato allo sport: un team espressione di un sobborgo cresciuto a dismisura sotto la guida del suo Akp – la popolazione è raddoppiata a 400 mila residenti in un decennio – e forgiato secondo i valori della gioventù religiosa e operosa, che vede come linfa vitale del suo potere. Un potere, quello del calcio, mai trascurato da Erdoğan – lui stesso giocatore semiprofessionista in gioventù -.

Il quartiere del presidente

Tra cemento e moschee, l’ascesa del quartiere e del club è avvenuta di pari passo. La svolta è giunta nel 2014 con la privatizzazione della squadra, che apparteneva al Comune, e l’inaugurazione del nuovo stadio dedicato a Fatih Terim – curiosamente allenatore del principale avversario nella lotta al titolo, il Galatasaray, ma da sempre vicino a Erdoğan -. Da allora sono piovuti gli investimenti di ricchi sponsor statali nella società, guidata dal nipote della first lady Emine. Persino i colori sociali ricalcano l’arancione simbolo del partito al governo. Un potenziale volano elettorale anche per le delicate elezioni amministrative del 31 marzo. Ma il calcio, per i turchi, è da sempre una cosa molto seria. E se a Başakşehir già sognano di festeggiare con Erdoğan, i milioni di tifosi delle altre squadre potrebbero anche decidere di voltargli le spalle.

Cristoforo Spinella

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