La Confederazione dovrebbe partecipare in linea di massima al meccanismo di solidarietà dell’UE per la ripartizione dei migranti, ma a determinate condizioni. Lo ha stabilito oggi il Consiglio degli Stati per 37 voti a 6 durante l’esame del Patto sulla migrazione e l’asilo dell’UE.
Dopo il “no” del Nazionale, lo scorso giugno, oggi la Camera dei cantoni ha seguito invece le raccomandazioni della sua commissione preparatoria, optando per il compromesso da essa elaborato e stabilendo, con 27 voti a 14, che la Confederazione potrà adottare misure di solidarietà solo se gli Stati di Dublino essenziali per la Svizzera, come l’Italia, rispetteranno i loro obblighi nei confronti della Confederazione: ossia riammettendo quei migranti arrivati sul proprio territorio che hanno inoltrato richiesta di protezione.
Il Patto mira a frenare l’immigrazione clandestina in Europa e a limitare la migrazione secondaria nello spazio Schengen, grazie all’armonizzazione e all’ottimizzazione delle procedure di asilo. Dovrebbe entrare in vigore a metà 2026.
“La Svizzera ha tutto l’interesse a migliorare il sistema europeo di asilo”, ha affermato il consigliere federale Beat Jans. Questo Patto, a detta del responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), rappresenta un “compromesso storico” che suggella la solidarietà tra i Paesi europei.