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Svizzera

Nessun accordo, Trump punisce la Svizzera: i dazi salgono al 39%

Il presidente statunitense ha firmato un decreto che rende operative e addirittura aumenta le tariffe doganali - Per il KOF, l’impatto potrebbe arrivare all’1% del PIL

  • 31 luglio, 22:30
  • Ieri, 16:31
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Donald Trump

  • Keystone
Di: Agenzie/Red. RSI Info 

I dazi statunitensi nei confronti della Svizzera ammonteranno al 39%, una percentuale addirittura superiore al 31% minacciato mesi fa. Lo ha comunicato giovedì sera (venerdì in Svizzera) il presidente Donald Trump, firmando un decreto che rende operativi e addirittura aumenta le tariffe doganali per molti Paesi.

Qualche ora prima, la stessa presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter aveva comunicato che Berna e Washington non erano riuscite a trovare un accordo. Per Trump il deficit commerciale degli USA è al primo posto, ha detto la consigliera federale, annunciando su X che l’intesa su quanto negoziato nelle ultime settimane non è stata raggiunta.

Non è la sola brutta notizia per l’economia elvetica. Giovedì Trump ha lanciato un ultimatum ai colossi farmaceutici, tra cui Novartis. Le aziende hanno tempo sino al 29 settembre per impegnarsi ad abbassare i prezzi negli USA. Altrimenti ci saranno conseguenze.

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Ieri, 21:06

Vitta: "Preoccupazione e delusione"

”Certamente c’è preoccupazione ma anche delusione perché fino a poche settimane fa le notizie che arrivavano da Berna erano di fiducia rispetto a una soluzione che doveva andare in contro anche alle esigenze della Svizzera”. Il consigliere di Stato Christian Vitta si esprime sui dazi imposti da Trump e ricorda che per le aziende è sempre attivo lo strumento del lavoro ridotto.

01:29

La reazione di Christian Vitta

Il Quotidiano 01.08.2025, 19:00

Ieri, 19:28

Dazi per la Svizzera, tra errori da non fare e opportunità: l'intervista all'economista Edoardo Beretta

Avere dazi al 39% è qualcosa di assolutamente poco competitivo rispetto alle altre nazioni, ma vanno cercate soluzioni commerciali mantenendo aperto il dialogo con gli USA. A sottolineare questi ed altri aspetti alla trasmissione SEIDISERA è l’economista Edoardo Beretta, professore di macroeconomia internazionale all’Università di Lugano.

Ieri, 17:52

"Trump convinto che la Svizzera gli rubi 40 miliardi"

Karin Keller-Sutter sorpresa dalle tariffe decise dalla Casa Bianca, soprattutto alla luce di quanto era stato discusso. Per Berna sono arbitrarie e la Svizzera non può promettere molto di più di quanto abbia già promesso.

Ieri, 15:23

La Camera di commercio svizzero-americana è delusa

La Camera di commercio svizzero-americana ha espresso il proprio disappunto per i dazi del 39% imposte ai prodotti svizzeri. Un fatto particolarmente deludente alla luce degli “sforzi intensi e costruttivi ai più alti livelli politici e diplomatici”. Il governo svizzero e il settore privato hanno “lavorato fianco a fianco per far sì che la Svizzera rimanesse una piazza economica attraente”, scrive oggi in una nota la Camera di commercio. L’obiettivo era quello di garantire posti di lavoro, investimenti e la base imponibile nazionale, affrontando allo stesso tempo in modo costruttivo le preoccupazioni degli Stati Uniti in materia di commercio internazionale e investimenti. L’aliquota tariffaria proposta dal Presidente degli Stati Uniti è particolarmente svantaggiosa per il settore industriale svizzero, soprattutto per le aziende con bassi margini di profitto. I dazi relativamente più bassi concessi ad altre economie occidentali e la forza del franco svizzero aggravano ulteriormente la sfida per gli esportatori svizzeri. Le ragioni delle tariffe del 39% non sono ancora del tutto chiare, aggiunge la Camera di commercio svizzero-americana. La spiegazione più plausibile è il forte aumento del surplus commerciale della Svizzera con gli Stati Uniti. La Camera di commercio stima un aumento del 56% tra il 2024 e il 2023. Ci sono tuttavia anche motivi per un “cauto ottimismo”. Ieri - ricorda la Camera di commercio - l’amministrazione Trump ha infatti dichiarato di essere aperta a ulteriori colloqui.

Ieri, 13:13

Per Fabio Regazzi "è una mazzata"

Per il futuro il presidente dell’USAM intervistato dalla RSI si dice poco ottimista: “Difficilmente otterremo di meglio del 31% da cui eravamo partiti”

Ieri, 13:12

Economiesuisse auspica che la Svizzera non prenda contromisure immediate

Marco Martino, responsabile per la Svizzera italiana, intervistato dal Radiogiornale considera che solo l’esclusione dalle tariffe dei prodotti farmaceutici costituirebbe una buona notizia.

Ieri, 11:35

Swissmem: "A rischio decine di migliaia di posti di lavoro"

Uno shock che sottopone la Svizzera a un’enorme pressione come Paese esportatore: è la reazione di Swissmem, l’associazione del comparto metalmeccanico ed elettrotecnico elvetico, ai dazi del 39% annunciati dagli Stati Uniti. “È in pericolo il benessere di tutti”, sostiene l’organizzazione.

“Sono esterrefatto”, afferma Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem, citato in un comunicato. “Queste tariffe non hanno alcuna base razionale e sono arbitrarie. La decisione mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel settore”. Non è però solo l’industria tecnologica a risentirne, ma anche tutti gli altri rami orientati all’export. “Insieme essi costituiscono il pilastro centrale della prosperità svizzera”, viene argomentato.

Ieri, 11:14

KOF: “Possibile calo dell’1% del PIL”

L’introduzione di dazi del 39% sulle importazioni svizzere negli Stati Uniti rischia di colpire duramente l’economia elvetica, hanno avvertito venerdì gli esperti del KOF, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo, che non escludono nemmeno una recessione.

Se applicati dal 7 agosto, l’impatto sul PIL svizzero sarebbe tra lo 0,3% e lo 0,6%, con un costo medio di 300 franchi per abitante.

I settori più colpiti sarebbero orologeria, strumenti di precisione e macchine utensili. La presenza limitata di aziende sul mercato americano potrebbero dover ridurre o interrompere le esportazioni.

L’effetto sull’industria farmaceutica è ancora incerto. Se anche questo settore venisse colpito, il PIL potrebbe calare dello 0,7%, con una perdita media di potere d’acquisto di 700 franchi pro capite all’anno. Nel peggiore dei casi, il calo del PIL potrebbe raggiungere l’1% e non si escluderebbe una recessione.

Ieri, 10:31

Delusione canadese

Il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato oggi che Ottawa è “delusa” dalla decisione di Washington di aumentare al 35% i dazi doganali sui prodotti del paese non coperti da un accordo commerciale preesistente.

Per salvaguardare settori come quello del legno, dell’acciaio, dell’alluminio e dell’auto - non compresi nell’accordo di libero scambio trilaterale con il Messico e gli Stati Uniti - “il governo canadese agirà per proteggere i posti di lavoro canadesi, investire nella nostra competitività industriale, acquistare prodotti canadesi e diversificare i nostri mercati di esportazione”, ha spiegato Carney in un comunicato.

Ieri, 10:29

Partiti svizzeri uniti nelle critiche, ma divisi sulle soluzioni

I partiti svizzeri condannano all’unanimità i dazi, ma sono divisi sulle contromisure.

Il PLR parla di “catastrofe” e chiede al Consiglio federale interventi rapidi per sostenere la competitività delle imprese. L’UDC propone invece una drastica riduzione degli oneri economici e rifiuta qualsiasi avvicinamento all’UE, definendolo “la cosa più stupida” da fare.

PS e Verdi, al contrario, vedono nei dazi una conferma della necessità di rafforzare la cooperazione con l’Unione europea, per evitare che la Svizzera si isoli sulla scena internazionale.

Ieri, 08:19

Economiesuisse: “I dazi USA minacciano l’economia svizzera”

Per Economiesuisse, i dazi USA del 39% rappresentano una seria minaccia per le esportazioni svizzere. Il Consiglio federale deve agire rapidamente per ottenere una riduzione e trovare una soluzione vantaggiosa al conflitto commerciale con Washington.

L’associazione chiede anche di rafforzare l’attrattività della piazza economica svizzera e di alleggerire la pressione sulle imprese, evitando regolamentazioni e costi aggiuntivi.

Economiesuisse definisce i dazi ingiustificati: la Svizzera non ostacola l’importazione di prodotti statunitensi, è il sesto investitore estero negli Stati Uniti e le sue aziende danno lavoro a circa 400’000 persone.

Ieri, 07:21

Swissmechanic invita il governo ad agire con decisione

Swissmechanic chiede al governo di intervenire con misure decise dopo l’annuncio, da parte degli Stati Uniti, di una nuova aliquota tariffaria del 39%. L’associazione segnala i rischi a lungo termine per le piccole e medie imprese svizzere, definendo la decisione americana una violazione dei principi del commercio equo.

Ieri, 06:12

Il Consiglio federale prende atto "con grande rammarico"

Secondo il Dipartimento delle Finanze, il Consiglio federale ha preso atto “con grande rammarico” dei dazi aggiuntivi annunciati dagli Stati Uniti. La Svizzera continua a perseguire una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, come ha comunicato il portavoce del Dipartimento.

Il dazio aggiuntivo del 39% menzionato dal presidente degli Stati Uniti si discosta “significativamente” dalla bozza di una dichiarazione d’intenti congiunta, ha scritto venerdì mattina Pascal Hollenstein, responsabile della comunicazione del Dipartimento federale delle finanze, in risposta a una richiesta dell’agenzia di stampa Keystone-SDA.

Ieri, 06:02

Tariffe in aumento anche per il Canada

Il Canada è stato oggetto giovedì di un decreto separato, che aumenta i dazi doganali sui suoi prodotti importati negli Stati Uniti dal 25% al 35% a partire dal 1° agosto.

Questo aumento riguarda unicamente i prodotti che non transitano nell’ambito dell’accordo di libero scambio nordamericano (USMCA).

“Il Canada non è stato in grado di cooperare per ridurre il flusso di fentanyl e altre droghe” che entrano negli Stati Uniti, secondo la Casa Bianca, che rimprovera anche a Ottawa di aver “preso misure di rappresaglia contro gli Stati Uniti”.

Ieri, 05:48

Negoziazioni in corso con altri paesi

Per quanto riguarda la lista ora pubblicata - in cui figura la Svizzera - Trump indica che “alcuni paesi” hanno concluso o sono in procinto di concludere un accordo commerciale o di sicurezza con gli Stati Uniti. Non era immediatamente chiaro se la Svizzera facesse parte di questi paesi. Per questi, i dazi doganali fissati nel decreto restano applicabili fino alla conclusione di tale accordo, “o fino a quando non emetterò ulteriori ordini che specifichino le condizioni di questi accordi.”

Non è ancora noto se la Svizzera possa e desideri proseguire i negoziati con gli Stati Uniti. Karin Keller-Sutter aveva tuttavia dichiarato mercoledì alla SRF che “di regola, la decisione finale non è mai completamente definitiva. Si può sempre continuare a negoziare.”

Ieri, 05:47

“Minaccia insolita ed eccezionale”

Nel decreto, Trump definisce le conseguenze di questo deficit commerciale come una “minaccia insolita ed eccezionale per la sicurezza nazionale e l’economia degli Stati Uniti”. È per questo motivo che ad aprile ha iniziato a imporre dazi doganali supplementari sulle importazioni. Alla Svizzera era stata allora applicata un’aliquota del 31%.

Alcuni giorni dopo questo annuncio, aveva abbassato le aliquote per molti paesi al 10% e concesso un periodo di negoziazione di 90 giorni, fino al 1° agosto, per trovare proposte che permettessero di compensare i deficit commerciali.

Ieri, 05:46

Sovrattasse effettive dal 7 agosto

Le nuove sovrattasse imposte sui prodotti provenienti da decine di partner commerciali degli Stati Uniti inizieranno ad essere riscosse il 7 agosto, sette giorni dopo la data inizialmente annunciata, ha dichiarato giovedì un alto funzionario americano.

Questo ritardo di sette giorni prima dell’entrata in vigore effettiva è previsto per consentire alle dogane di organizzarsi, secondo l’agenzia AFP.

Ieri, 05:45

La Svizzera è il Paese europeo più duramente tassato

I nuovi dazi doganali variano dal 10% al 41%, con i più elevati riguardanti la Siria. Con il 39%, la Svizzera è il paese europeo più duramente tassato davanti alla Serbia (35%), mentre all’Unione Europea, come al Liechtenstein, al Giappone o alla Corea del Sud, viene applicata una sovrattassa del 15%.

Ieri, 05:44

Aumento dei dazi per decine di Paesi

Il decreto firmato da Trump impone un aumento dei dazi doganali per decine di paesi nel mondo, con cui gli Stati Uniti ritengono di avere un deficit commerciale più o meno marcato.

In un documento pubblicato sul suo sito web, la Casa Bianca parla di una misura che mira a “ristrutturare il commercio mondiale a beneficio dei lavoratori americani”.

Ieri, 05:31

+++ Trump aumenta i dazi contro la Svizzera, al 39% +++

Donald Trump ha modificato le percentuali di alcuni dazi rispetto all’annuncio del 2 aprile. Da oggi la Svizzera sarà colpita da una tariffa del 39%, più alta rispetto a quella minacciata mesi fa.

31 luglio, 23:49

La previsione: "PIL giù dello 0,2% con un aliquota del 31%"

Se entrerà in vigore la tariffa del 31% inizialmente annunciata, l’economia svizzera teme il peggio. Secondo una stima dell’Istituto KOF, il centro di ricerca economica affiliato al Politecnico di Zurigo, l’introduzione di questo dazio comporterebbe una perdita annua dello 0,2% del Prodotto interno lordo svizzero. L’industria orologiera, quella farmaceutica, la meccanica di precisione e l’industria alimentare sarebbero le più colpite.

31 luglio, 23:44

Bessent: "Senza accordo si torna alle aliquote annunciate"

Ci sono speranze per la Svizzera di evitare l’aggravio del 31% annunciato, e poi congelato, da Trump? Oggi, prima che si venisse a sapere della mancata intesa, il segretario al Tesoro americano Scott Bessent aveva affermato che i paesi senza accordo saranno gravati delle aliquote annunciate il 2 aprile scorso.

01:08

Notiziario delle 23.00 del 31.07.25, il servizio di Gian Paolo Driussi

RSI Info 31.07.2025, 23:31

31 luglio, 22:44

E ora? "Non sappiamo che dazi saranno applicati alla Svizzera"

“Non sappiamo ancora quali dazi doganali si applicano alla Svizzera”, ha dichiarato in serata a Keystone-ATS un portavoce del Dipartimento delle Finanze. La questione è stata lasciata aperta da parte statunitense, ha aggiunto.

Gli effetti concreti del fallimento dei colloqui sui dazi statunitensi sui prodotti svizzeri restano per il momento sconosciuti. Nelle ultime settimane, la Svizzera aveva cercato di ottenere un’eccezione alle misure previste dagli Stati Uniti.

In primavera, il presidente Trump aveva annunciato una tassazione del 31% sulle esportazioni di beni svizzeri negli Stati Uniti. In seguito ha sospeso la sua decisione e ha deciso una tassa di base del 10%. Per quanto riguarda l’Unione Europea, domenica il Presidente Trump ha accettato una tassa del 15%.


31 luglio, 22:41

“Svizzera e USA non hanno trovato un accordo”