Nel 1924, Eugène Rubens-Alcais, un attivista sordo francese e appassionato sportivo, fondò i Giochi Silenziosi Internazionali. Oggi li conosciamo con il nome di Deaflympics e sono riconosciuti dal Comitato Olimpico internazionale e gestiti dal Comitato internazionale degli sport dei sordi.
La prima edizione si svolse a Parigi e chiaramente Rubens-Alcais si ispirò ai Giochi Olimpici moderni. L’intento era quello di dimostrare che le persone sorde potevano eccellere nello sport e che meritavano un evento sportivo internazionale di rilievo.
Per poter partecipare i Paesi dovevano dotarsi di una struttura federativa e quindi alla prima edizione erano presenti 9 Stati europei, con circa 150 atleti tra cui una sola donna, suddivisi in sette discipline: atletica, ciclismo, nuoto, calcio, tiro, tennis e tuffi.
In Svizzera nacque ufficialmente nel 1930 la Swiss Deaf Sport, ossia la federazione nazionale che poteva rappresentare la nazione nelle competizioni internazionali, seppure già negli anni precedenti ci furono delle iniziative in tal senso.
Per esempio, nel 1927, fu organizzata una partita di calcio tra Svizzera e Italia, che ricevette un incredibile supporto, tale da spingere la creazione di un ente cappello nazionale.
La prima partecipazione svizzera alle Deaflympics avvenne nel 1949, in occasione dell’edizione invernale in Austria.
Le Deaflympics si tengono ogni quattro anni, alternando edizioni estive e invernali, proprio come le Olimpiadi. Nonostante un secolo di vita, le Deaflympics non sono molto conosciute dal grande pubblico, mentre le Paralimpiadi – fondate nel 1960 – hanno acquisito negli ultimi anni una certa notorietà.
Le atlete e gli atleti sordi non partecipano alle Paralimpiadi, in quanto quest’ultime sono riservate a sportivi con disabilità fisiche, visive o intellettive. La sordità non interferisce con le caratteristiche fisiche, ma richiede adattamenti a livello comunicativo.
Ai Deaflympics possono partecipare atleti con una perdita uditiva di almeno 55decibel nell’orecchio migliore. Per assicurare la parità di trattamento, dato che tutti gli atleti competono in un’unica categoria, non è autorizzato l’uso di apparecchi acustici o impianti cocleari durante le gare.
La comunicazione alle Deaflympmics è appunto adeguata: ci sono segnali luminosi anziché colpi di pistola per le partenze o l’interruzione delle gare, gli arbitri o gli addetti ai lavori usano la lingua de segni o una comunicazione visiva, e non esistono annunci vocali. Questi accorgimenti non sono invece contemplati nelle Paralimpiadi, dove le interazioni restano prevalentemente verbali.
Lo scopo dei Deaflympics rimane invariato e mira ad offrire agli atleti sordi un ambiente competitivo equo, dove la comunicazione visiva sostituisce quella uditiva.
È bene sottolineare che le Deaflympics non sono solo una competizione sportiva: sono un’occasione per celebrare la cultura sorda, promuovere l’uso della lingua dei segni e rafforzare l’identità linguistica e sociale della comunità sorda.
Con questo episodio della rubrica Curiosordità, raccontiamo lo spirito con cui la delegazione svizzera si è preparata per Tokyo. Mikhail ha incontrato la squadra composta da 8 uomini e una donna, che rappresenteranno la Svizzera nelle discipline seguenti: judo (Jonas Jenzer e Zach Pauchon), tiro (Fiona Füglister), atletica (Kim Lenoir e Philippe Renner), badminton Zeno Baldegger, Marvin Müller e Danny Müller), corsa di orientamento (Samuel Schmutz).
Chi sono le atlete e gli atleti svizzeri alla Deaflympics?
RSI Curiosordità 12.11.2025, 07:30
E aspettiamo con entusiasmo la puntata di SEGNI, realizzata dalla squadra di SRF e trasmessa all’inizio del 2026 dalla RSI, che ci porterà nel cuore dell’avventura olimpica.



